Secondo la Cgil le
persone in disagio sono cresciute del 66,3% rispetto al 2007: l'anno che
precede lo scoppio della crisi economica
MILANO - L'Italia cerca la
svolta, almeno in chiave economica, ma la strada per cancellare gli
effetti della crisi è tutta in salita. Le persone in difficoltà "sono
circa 9,3 milioni per la mancanza di lavoro o per la precarietà della
loro posizione lavorativa" e, peggio, sono "il 66,3% in più rispetto al
2007, anno che ha preceduto la crisi". E' quanto emerge dal periodico
monitoraggio della fondazione Di Vittorio della Cgil secondo cui nel
primo semestre dell'anno - quando ha avuto piena attuazione l'esonero
contributivo triennale - "l'area del disagio (disoccupati,
cassaintegrati e scoraggiati) e della sofferenza occupazionale (tempi
determinati, collaboratori e part time involontari) supera ancora i 9
milioni di persone (9 milioni 315mila per l'esattezza), con una
flessione, rispetto al primo semestre 2014, di 117mila unità (-1,2%), ma
con un incremento rispetto al primo semestre 2007 di 3 milioni 715mila
(+66,3%)".
In particolare calano i disoccupati e i cassaintegranti ma non gli scoraggiati: nel complesso il disagio occupazione riguarda quasi 2,5 milioni di persone in più, ancora il doppio rispetto al primo semestre 2007. "Cresce ancora, invece - afferma la Cgil - sia pure leggermente, per effetto dell'aumento delle posizioni a tempo determinato, l'area del disagio: +0,7% (+31mila) rispetto al primo semestre 2014 e +40% (+1,230 milioni) rispetto al primo semestre 2007".
Lo studio della Fondazione rileva poi "l'invecchiamento della platea degli occupati per effetto del calo del tasso di occupazione fino a 34 anni e dell'aumento tra gli over 55. Nel primo semestre 2015 il tasso di occupazione italiano (55,9%, circa 2,5 punti in meno rispetto al primo semestre 2007) guadagna mezzo punto su base annuale, ma come sintesi dell'ennesima riduzione nella fascia fino a 34 anni e di un incremento nelle fasce over 34, in particolare di quella 55-64 anni. Se esaminiamo le fasce 15-34 anni e 55-64 anni, vediamo che continua a crescere il tasso di occupazione di quest'ultima (+2,5 punti percentuali rispetto al primo semestre 2014) e a calare quella dei più giovani (mezzo punto in meno rispetto al 1? semestre 2014). Prendendo a riferimento il 2007 - conclude lo studio - il dato è macroscopico: il tasso di occupazione nella fascia 55-64 anni sale di quasi 15 punti mentre quello nella classe fino a 34 anni cala di oltre 12 punti".
In particolare calano i disoccupati e i cassaintegranti ma non gli scoraggiati: nel complesso il disagio occupazione riguarda quasi 2,5 milioni di persone in più, ancora il doppio rispetto al primo semestre 2007. "Cresce ancora, invece - afferma la Cgil - sia pure leggermente, per effetto dell'aumento delle posizioni a tempo determinato, l'area del disagio: +0,7% (+31mila) rispetto al primo semestre 2014 e +40% (+1,230 milioni) rispetto al primo semestre 2007".
Lo studio della Fondazione rileva poi "l'invecchiamento della platea degli occupati per effetto del calo del tasso di occupazione fino a 34 anni e dell'aumento tra gli over 55. Nel primo semestre 2015 il tasso di occupazione italiano (55,9%, circa 2,5 punti in meno rispetto al primo semestre 2007) guadagna mezzo punto su base annuale, ma come sintesi dell'ennesima riduzione nella fascia fino a 34 anni e di un incremento nelle fasce over 34, in particolare di quella 55-64 anni. Se esaminiamo le fasce 15-34 anni e 55-64 anni, vediamo che continua a crescere il tasso di occupazione di quest'ultima (+2,5 punti percentuali rispetto al primo semestre 2014) e a calare quella dei più giovani (mezzo punto in meno rispetto al 1? semestre 2014). Prendendo a riferimento il 2007 - conclude lo studio - il dato è macroscopico: il tasso di occupazione nella fascia 55-64 anni sale di quasi 15 punti mentre quello nella classe fino a 34 anni cala di oltre 12 punti".
rassegna stampa la repubblica 30 novembre 2015