@GORA' :

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UN LABORATORIO DI PENSIERO E RIFLESSIONE FATTO DAI LAVORATORI:
il diario della crisi

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la premessa



Quello che sorprende nella rilettura dell'Enciclica Laborem Exercens di Giovanni Paolo II è il suo prefigurare ben trentanni fa, la degenerazione del mercato consumistico capitalistico. Tema certamente di  attualità per la cronaca odierna, dove la vita quotidiana si fa dramma a causa del crescente impoverimento delle famiglie, della perdita di lavoro e conseguente aumento dei disoccupati, dal perdurare nell'estromissione   delle giovani generazioni dal poter intraprendere una qualsiasi attività produttiva ed imprenditoriale, con la crescente precarizzazione di intere classi sociali, conseguenza  inevitabile sia per la diminuzione delle politiche sociali di  welfare e sia per la inevitabile contrazione dell'assistenza e dei relativi ammortizzatori sociali. 
Tutto ciò in conseguenza della attuale crisi dei mercarti finanziari: ebbene trentanni fa un Papa Lavoratore, un Beato Operaio aveva previsto che l'applicazione delle regole econometriche imposte dal capitalismo radicale avrebbero strozzato l'economia reale.

Ed è quello che sta accadendo, dove i mercati finanziari ogni giorno attraverso le grandi banche bruciano immani risorse finanziarie sottraendole alle famiglie ed alle imprese spostando immani ricchezze dal lavoro alla  rendita. La speculazione diventa così il cannone di una guerra invisibile tesa a a scardinare la coesione sociale di popoli interi e Nazioni, è questa la partita in gioco...

E più alla crisi attuale si cerca di dare una risposta economico al problema economico e più la spirale perversa in cui stiamo scivolando si avvita sempre più velocemente, perchè così come dice un economista laico:
....  ”CHI CERCA RIMEDI ECONOMICI A PROBLEMI ECONOMICI E’ SU UNA FALSA STRADA…la quale non può che condurre che ad un precipizio.
Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale.”
Luigi Einaudi
infatti l'attuale crisi è sopratutto una crisi spirituale e morale.

Alcuni lavoratori hanno voluto iniziare ad approfondire le ragioni di questa crisi, non accontentandosi più di rimedi e regole econometriche diffuse e spiegate da Economisti, giornali e media economici la cui applicazione invece di salvaguardare posti di lavoro, produttività, producono al contrario impoverimento e recessione. 
Leggendo l'Enciclica, le intuizioni che essa esprime si rivelano in tutta la sua attualità e verità dirompente, sembra quasi che indichi una via a quegli uomini di buona volontà che non si vogliono rassegnare al pessimismo ed alla depressione.

Queste intuizioni le possiamo riassumere in questi pochi punti:

  1. che il capitalismo radicale con le sue regole econometriche strozzerà l'economia (ed...è quello che sta avvenendo) 
  2. che il lavoro è la chiave della questione sociale (...e come è martoriato oggi il lavoro, svela tutto questo)
  3.   che la giustizia sociale si persegue solo se il lavoro umano è tutelato e rispettato nella sua dignità e non ridotto a "merce sui generis" o come sola "forza lavoro"
  4. che l'uomo è più grande del suo lavoro e che il lavoro ha la priorità sul capitale
  5. dell'importanza dei movimenti di solidarietà di lavoratori, e dei Sindacati per poter perseguire la giustizia sociale, la quale cammina e si sviluppa con le gambe di questi movimenti sociali
  6. che la solidarietà degli uomini del lavoro è la traduzione in realtà della giustizia sociale
  7. della necessità della partecipazione dei lavoratori nelle forme sia di  gestione delle aziende, che di compartecipazione agli utili prodotti  

E' per questo motivo che è nato questo blog, per facilitare la crescita di questa consapevolezza che dalla crisi se ne esce tutti insieme solo, probabilmente, approfondendo e praticando queste ragioni, contro l'attuale Ideologia dominante mercantilista prodotta dal capitalismo radicale che persegue obiettivi nichilisti, che come dice Havel possono trasformare i nostri sistemi di governo in "post-democratici".
Buona lettura.

                                                          il redattore 



Benigni al Parlamento Europeo: 
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