.”CHI CERCA RIMEDI ECONOMICI A PROBLEMI ECONOMICI
E’ SU UNA FALSA STRADA…la quale non può che condurre che ad un precipizio.
Il problema economico è l’aspetto e la conseguenza di un più ampio problema spirituale e morale.”Luigi Einaudi
non è un caso che nelle ultime assemblee dei lavoratori, siano state tutte molto partecipate, e piene di interventi a favore di una mobilitazione che ponga quale obiettivo la difesa dei livelli occupazionali, delle professionalità esistenti, del rientro delle professionalità nelle reti commerciali con la richiesta sempre più pressante del suo rafforzamento, la cui carenza di "braccia lavorative" fa perdere occasioni di sviluppo commerciale di masse amministrate e redditività alle aziende.
I lavoratori hanno richiesto a gran voce al Sindacato di poter essere messi in grado di poter dare risposte puntuali alla clientela!!! E non di doversi giustificare di fronte ai clienti per le inefficenze organizzative aziendali!!!
Ci hanno chiesto inoltre di dare attuazione alla democrazia partecipata, e di entrare a pieno titolo (organizzandosi) come piccoli azionisti nel consiglio d'amministrazione e nei consigli di sorveglianza alla stregua dei rappresentanti dei lavoratori tedeschi ed austriaci, non vogliono diventare lavoratori di serie B... e ne
sentono l'urgenza prima che arrivino gli Arabi od i Cinesi a comprare le ns. aziende!!!!!
Il momento è troppo grave!!!! I lavoratori hanno richiesto a gran voce al Sindacato di poter essere messi in grado di poter dare risposte puntuali alla clientela!!! E non di doversi giustificare di fronte ai clienti per le inefficenze organizzative aziendali!!!
Ci hanno chiesto inoltre di dare attuazione alla democrazia partecipata, e di entrare a pieno titolo (organizzandosi) come piccoli azionisti nel consiglio d'amministrazione e nei consigli di sorveglianza alla stregua dei rappresentanti dei lavoratori tedeschi ed austriaci, non vogliono diventare lavoratori di serie B... e ne
sentono l'urgenza prima che arrivino gli Arabi od i Cinesi a comprare le ns. aziende!!!!!
Altro che indignados!!!
- 1 ottobre 2011 - 700 indignados Americani vengono arrestati
- 4 ottobre 2011 - per la prima volta in Inghilterra c'è la prima manifestazione di 35.000 "colletti blu" a Manchester, nasce il movimento indignados in Inghilterra.
- 5 ottobre 2011 - ci sono i primi scontri tra indignados e la polizia davanti a wall street
- ed in Cina si scopre che esistono 800 milioni di indignati e che :
- nel 1993 sono state 10.000 le sommosse
- nel 2008 sono state 60.000 le sommosse
- nel 2011 sono state 100.000 le sommosse con una media di 300 scontri al giorno animati da 10 milioni di insorti ( dati estratti da reportage de Il Venerdì di Repubblica del 25.11.11)
- 221 milioni saranno i nuovi ricchi in Cina nel 2011 (...l'Europa dell'area euro ha 255 milioni di cittadini)
- 30 novembre 2011 in Gran Bretagna sono stati circa 2.000.000 (due milioni) i dipendenti pubblici che hanno scelto d'incrociare le braccia per protestare contro la riforma delle pensioni. Uno sciopero così in Gran Bretagna non si vedeva da trent'anni.
Mario Draghi: "La situazione è grave" Il presidente della Bce interviene a Strasburgo e avverte: "Possibili effetti recessivi. Oltre che al consolidamento è ora necessario sostenere la crescita". E sul downgrade: "Bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating" (vedi il video)
difendiamo il nostro posto di lavoro ed il futuro dei nostri figli...prima che sia troppo tardi, leggi e scopri in queste pagine qual'è la strategia che fa muovere i fili di questa crisi, che sta impoverendo popoli ed intere Nazioni spostando e concentrando enormi richezze nelle mani di pochi soggetti togliendo reddito alla classe media... visiona il materiale in questo blog raccolto.
l'approfondimento:
dalla Laborem Exercens
IV - Diritti degli uomini del lavoro
16. Nel vasto contesto dei diritti dell'uomo
Se il lavoro - nel molteplice senso di questa parola - è un obbligo, cioè un dovere, al tempo stesso esso è anche una sorgente di diritti da parte del lavoratore. Questi diritti devono essere esaminati nel vasto contesto dell'insieme dei diritti dell'uomo, che gli sono connaturali, molti dei quali sono proclamati da varie istanze internazionali e sempre maggiormente garantiti dai singoli Stati per i propri cittadini. Il rispetto di questo vasto insieme di diritti dell'uomo costituisce la condizione fondamentale per la pace nel mondo contemporaneo: per la pace sia all'interno dei singoli Paesi e società, sia nell'àmbito dei rapporti internazionali, come è già stato notato molte volte dal Magistero della Chiesa, specialmente dal tempo dell'Enciclica Pacem in terris. I diritti umani che scaturiscono dal lavoro rientrano precisamente nel più vasto contesto di quei fondamentali diritti della persona.
Tuttavia, nell'àmbito di questo contesto, essi hanno un carattere specifico, rispondente alla specifica natura del lavoro umano delineata precedentemente, e proprio secondo questo carattere occorre guardarli. Il lavoro è - come è stato detto - un obbligo, cioè un dovere dell'uomo, e ciò nel molteplice senso di questa parola. L'uomo deve lavorare sia per il fatto che il Creatore gliel'ha ordinato, sia per il fatto della sua stessa umanità, il cui mantenimento e sviluppo esigono il lavoro. L'uomo deve lavorare per riguardo al prossimo, specialmente per riguardo alla propria famiglia, ma anche alla società, alla quale appartiene, alla nazione, della quale è figlio o figlia, all'intera famiglia umana, di cui è membro, essendo erede del lavoro di generazioni e insieme co-artefice del futuro di coloro che verranno dopo di lui nel succedersi della storia. Tutto ciò costituisce l'obbligo morale del lavoro, inteso nella sua ampia accezione. Quando occorrerà considerare i diritti morali di ogni uomo per riguardo al lavoro, corrispondenti a questo obbligo, si dovrà avere sempre davanti agli occhi l'intero vasto raggio di riferimenti, nei quali si manifesta il lavoro di ogni soggetto lavorante.
Infatti, parlando dell'obbligo del lavoro e dei diritti del lavoratore corrispondenti a questo obbligo, noi abbiamo in mente, prima di tutto, il rapporto tra il datore di lavoro - diretto o indiretto - e il lavoratore stesso.
La distinzione tra datore di lavoro diretto ed indiretto pare molto importante in considerazione sia della reale organizzazione del lavoro, sia della possibilità del formarsi di giusti od ingiusti rapporti nel settore del lavoro.
Se il datore di lavoro diretto è quella persona o istituzione, con la quale il lavoratore stipula direttamente il contratto di lavoro secondo determinate condizioni, allora come datore di lavoro indiretto si devono intendere molti fattori differenziati, oltre il datore di lavoro diretto, che esercitano un determinato influsso sul modo in cui si formano sia il contratto di lavoro, sia, in conseguenza, i rapporti più o meno giusti nel settore del lavoro umano.