Manifestazione dei
risparmiatori che hanno perso gli investimenti nelle obbligazioni
subordinate davanti alla sede storica della banca
Pugni contro i vetri della sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo. Gente che grida: "Ladri, ladri", "Non ci arrenderemo". I risparmiatori che si ritengono danneggiati
da Banca Etruria protestano davanti al banca. C'è rabbia e amarezza, in
una cinquantina sono arrivati da varie parti della Toscana e d'Italia,
chi con il treno, chi con i bus, chi con le macchine. Un gruppetto ha
tentato di forzare il blocco e di entrare nella sede centrale, ma al
secondo sbarramento dopo aver guadagnato l'atrio, non è riuscito ad
entrare. I contestatori sono stati circondati dalle forze dell'ordine,
ci sono stati attimi ti tensione ma nessun contatto. La protesta è
andata avanti fino al pomeriggio e corso Italia, strada del centro della
città toscana, è rimasta bloccata dai vigili urbani.
Il presidio è stato organizzato dal comitato 'Vittime del salva-banche' e in una staffetta i risparmiatori si sono alternati nelle proteste davanti alla sede dell'istituto. Gli ex obbligazionisti hanno sfidato il freddo e la nebbia per contestare contro quella che definiscono "una truffa" ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto "Qui giace la fiducia nel sistema bancario", "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato" e "A noi lezioni di finanza a voi lezioni di onestà", "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato", "No all'elemosina" e altri slogan. I risparmiatori sono arrabbiati con le nuove banche che proprio dopo l'ultimo consiglio di amministrazione hanno preso le distanze dai risarcimenti facendo sapere nei giorni scorsi che la competenza è della bad bank. Otto ore davanti alla banca sono rimasti i risparmiatori in tutto oltre un centinaio: "Diciamo no al fondo proposto dal governo, è insufficiente. Anche gli azionisti devono essere risarciti non soltanto gli obligazionisti. E l'arbitrato è ridicolo, non disciplina niente: non è vero che le obbligazioni sono state vendute online, si vendevano anche quelle del mercato secondario allo sportello" spiega Silvia. I risparmiatori sono arrabbiati anche contro la Banca d'Italia dove a breve torneranno a manifestare perché "non ha vigilato" e "avrebbe dovuto intervenire per evitare che le banche continuassero a vendere carta straccia".
Il presidio è stato organizzato dal comitato 'Vittime del salva-banche' e in una staffetta i risparmiatori si sono alternati nelle proteste davanti alla sede dell'istituto. Gli ex obbligazionisti hanno sfidato il freddo e la nebbia per contestare contro quella che definiscono "una truffa" ai loro danni. Hanno issato striscioni e cartelli con scritto "Qui giace la fiducia nel sistema bancario", "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato" e "A noi lezioni di finanza a voi lezioni di onestà", "Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato", "No all'elemosina" e altri slogan. I risparmiatori sono arrabbiati con le nuove banche che proprio dopo l'ultimo consiglio di amministrazione hanno preso le distanze dai risarcimenti facendo sapere nei giorni scorsi che la competenza è della bad bank. Otto ore davanti alla banca sono rimasti i risparmiatori in tutto oltre un centinaio: "Diciamo no al fondo proposto dal governo, è insufficiente. Anche gli azionisti devono essere risarciti non soltanto gli obligazionisti. E l'arbitrato è ridicolo, non disciplina niente: non è vero che le obbligazioni sono state vendute online, si vendevano anche quelle del mercato secondario allo sportello" spiega Silvia. I risparmiatori sono arrabbiati anche contro la Banca d'Italia dove a breve torneranno a manifestare perché "non ha vigilato" e "avrebbe dovuto intervenire per evitare che le banche continuassero a vendere carta straccia".
Caso Rossi. Si è svolta oggi al Csm l'audizione del procuratore di Arezzo Roberto Rossi. Il magistrato è stato sentito dalla prima commissione per verificare se ci fosse incompatibilità tra il suo ruolo come coordinatore dei filoni di inchiesta su Banca Etruria aperti dalla procura di Arezzo e quello di consulente del Dipartimento affari giuridici legislativi di Palazzo Chigi. A chiedere l'audizione era stato il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin. Alla fine della seduta il presidente della prima commissione Renato Balduzzi ha spiegato che "allo stato non ci sono gli estremi per l'apertura di una pratica per incompatibilità ambientale o funzionale: abbiamo ascoltato un magistrato sereno che dà prova di imparzialità".
rassegna stampa: la repubblica 28 dicembre 2015 di Laura Montanari