È di oltre 1,1 miliardi la quota del patrimonio della Santa
Sede che fino ad oggi era gestita extra-bilancio: al netto delle
passività lo stock scende a 939 milioni. La cifra è emersa dal bilancio
consolidato 2014 della Santa Sede, diffuso ieri dalla Segreteria per
l’Economia, guidata dal cardinale George Pell, che è una sorta di
“ministro delle finanze” da un anno e mezzo e che con il Sole 24 Ore ha
commentato ieri il processo di cambiamento in atto, del quale «il Papa è
sempre ben informato».
Fu proprio Pell che lo scorso dicembre parlò in
un’intervista di queste somme gestite (”centinaia di milioni”)
extra-bilancio da alcuni dicasteri vaticani - una decina, ha rivelato
ieri - scatenando una mini-bufera dentro i Sacri Palazzi: le sue parole
furono interpretate come la rivelazione-shock di una sorta di tesoretto
nascosto o addirittura di “fondi neri”. Niente di tutto questo, come
precisò anche il portavoce padre Lombardi: si tratta di disponibilità
per fini istituzionali, conosciute, contabilizzate (allora con modalità
diverse) e quindi perfettamente lecite, ma che ora sono state inserite
in bilancio. La Santa Sede a livello consolidato nel 2014 ha registrato
un deficit di 25,6 milioni, molto vicino al deficit di 24,4 nel 2013:
anche per il 2015 è previsto che la Santa Sede chiuda in deficit. Le
principali entrate del 2014, oltre agli investimenti, includono i
contributi dalle diocesi del mondo (21 milioni, in particolare da Usa e
Germania) e il contributo dello Ior (50 milioni).
«Il lavoro di cambio nelle finanze vaticane verso la
trasparenza e l’adozione di standard internazionali è irreversibile:
incontra ancora dei piccoli centri di resistenza ma la grande
maggioranza delle persone che lavorano in questo campo sono d'accordo»
ha detto Pell. Il processo di razionalizzazione delle finanze vaticane
va quindi avanti, non senza difficoltà e cambi di direzione improvvisi,
come accaduto la scorsa estate: il prossimo passo dovrebbe essere la
scomparsa della Prefettura per gli Affari Economici, ora senza
presidenza dopo l’uscita del cardinale Versaldi, le cui competenze sono
in assorbimento sia dalla Prefettura che dal Revisore Generale: Pell non
fa previsioni ma pensa che entro la fine 2015 il processo potrebbe
essere perfezionato. Intanto la Segreteria ha avuto mandato dal
Consiglio per l’Economia, guidato dal cardinale Reinhard Marx, di
avviare un comitato di studio sugli investimenti finanziari della Sanata
Sede: si tratterà, ha spiegato il porporato australiano - coadiuvato
dal direttore del dicastero Danny Casey, professionista laico che
lavorava con lui nella gestione della diocesi di Sidney - di creare dei
benchmark sugli standard internazionali: «Tra poco inizieremo questo
lavoro». Ma come sono i rapporti dentro la Curia, visto che da tempo era
stato rivelato che i rapporti di Pell con altri porporati non erano
sempre semplici? «Con il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin ho
un buon livello di cooperazione, sostanziale, e anche con mons. Paul
Gallagher (il nuovo “ministro degli esteri”, inglese ed ex nunzio in
Australia, ndr) andiamo d’accordo. Certo, ci sono altri con cui i
livelli di cooperazione sono più timidi...». Come negli anni
precedenti, la spesa più significativa è il costo del personale per
126,6 milioni, con 2.880 dipendenti distribuiti tra i 64 Enti del
perimetro di consolidamento.
In utile il Governatorato della Città del Vaticano -
l’amministrazione dello Stato - grazie ai Musei vaticani e agli
investimenti azzeccati: il Bilancio evidenzia un avanzo di 63,5 milioni
con un miglioramento significativo rispetto al 2013 (33 milioni), La
Segreteria precisa come il 2014 sia stato un anno di transizione verso
le nuove politiche di Financial Management basate sui principi contabili
Internazionali per il settore pubblico (Ipsas). «I Bilanci 2014 -
riafferma il dicastero di Pell - sono il frutto di una enorme quantità
di lavoro da parte del personale di molti enti della Santa Sede, in
particolare della Prefettura degli Affari Economici e della Segreteria
per l’Economia, ed i membri del Consiglio hanno espresso la loro
gratitudine tanto per il lavoro rigoroso e professionale, come per il
forte impegno profuso nell’implementazione delle riforme finanziarie
approvate dal Santo Padre».
rassegna stampa: Il Sole 24 Ore 17 luglio 2015
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-17/il-patrimonio-santa-sede-sale-11-miliardi-063821.shtml?uuid=ACG2v5S