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domenica 26 luglio 2015

Il patrimonio della Santa Sede sale di 1,1 miliardi

È di oltre 1,1 miliardi la quota del patrimonio della Santa Sede che fino ad oggi era gestita extra-bilancio: al netto delle passività lo stock scende a 939 milioni. La cifra è emersa dal bilancio consolidato 2014 della Santa Sede, diffuso ieri dalla Segreteria per l’Economia, guidata dal cardinale George Pell, che è una sorta di “ministro delle finanze” da un anno e mezzo e che con il Sole 24 Ore ha commentato ieri il processo di cambiamento in atto, del quale «il Papa è sempre ben informato».
Fu proprio Pell che lo scorso dicembre parlò in un’intervista di queste somme gestite (”centinaia di milioni”) extra-bilancio da alcuni dicasteri vaticani - una decina, ha rivelato ieri - scatenando una mini-bufera dentro i Sacri Palazzi: le sue parole furono interpretate come la rivelazione-shock di una sorta di tesoretto nascosto o addirittura di “fondi neri”. Niente di tutto questo, come precisò anche il portavoce padre Lombardi: si tratta di disponibilità per fini istituzionali, conosciute, contabilizzate (allora con modalità diverse) e quindi perfettamente lecite, ma che ora sono state inserite in bilancio. La Santa Sede a livello consolidato nel 2014 ha registrato un deficit di 25,6 milioni, molto vicino al deficit di 24,4 nel 2013: anche per il 2015 è previsto che la Santa Sede chiuda in deficit. Le principali entrate del 2014, oltre agli investimenti, includono i contributi dalle diocesi del mondo (21 milioni, in particolare da Usa e Germania) e il contributo dello Ior (50 milioni).
«Il lavoro di cambio nelle finanze vaticane verso la trasparenza e l’adozione di standard internazionali è irreversibile: incontra ancora dei piccoli centri di resistenza ma la grande maggioranza delle persone che lavorano in questo campo sono d'accordo» ha detto Pell. Il processo di razionalizzazione delle finanze vaticane va quindi avanti, non senza difficoltà e cambi di direzione improvvisi, come accaduto la scorsa estate: il prossimo passo dovrebbe essere la scomparsa della Prefettura per gli Affari Economici, ora senza presidenza dopo l’uscita del cardinale Versaldi, le cui competenze sono in assorbimento sia dalla Prefettura che dal Revisore Generale: Pell non fa previsioni ma pensa che entro la fine 2015 il processo potrebbe essere perfezionato. Intanto la Segreteria ha avuto mandato dal Consiglio per l’Economia, guidato dal cardinale Reinhard Marx, di avviare un comitato di studio sugli investimenti finanziari della Sanata Sede: si tratterà, ha spiegato il porporato australiano - coadiuvato dal direttore del dicastero Danny Casey, professionista laico che lavorava con lui nella gestione della diocesi di Sidney - di creare dei benchmark sugli standard internazionali: «Tra poco inizieremo questo lavoro». Ma come sono i rapporti dentro la Curia, visto che da tempo era stato rivelato che i rapporti di Pell con altri porporati non erano sempre semplici? «Con il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin ho un buon livello di cooperazione, sostanziale, e anche con mons. Paul Gallagher (il nuovo “ministro degli esteri”, inglese ed ex nunzio in Australia, ndr) andiamo d’accordo. Certo, ci sono altri con cui i livelli di cooperazione sono più timidi...». Come negli anni precedenti, la spesa più significativa è il costo del personale per 126,6 milioni, con 2.880 dipendenti distribuiti tra i 64 Enti del perimetro di consolidamento.
In utile il Governatorato della Città del Vaticano - l’amministrazione dello Stato - grazie ai Musei vaticani e agli investimenti azzeccati: il Bilancio evidenzia un avanzo di 63,5 milioni con un miglioramento significativo rispetto al 2013 (33 milioni), La Segreteria precisa come il 2014 sia stato un anno di transizione verso le nuove politiche di Financial Management basate sui principi contabili Internazionali per il settore pubblico (Ipsas). «I Bilanci 2014 - riafferma il dicastero di Pell - sono il frutto di una enorme quantità di lavoro da parte del personale di molti enti della Santa Sede, in particolare della Prefettura degli Affari Economici e della Segreteria per l’Economia, ed i membri del Consiglio hanno espresso la loro gratitudine tanto per il lavoro rigoroso e professionale, come per il forte impegno profuso nell’implementazione delle riforme finanziarie approvate dal Santo Padre».

rassegna stampa: Il Sole 24 Ore 17 luglio 2015
 http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-17/il-patrimonio-santa-sede-sale-11-miliardi-063821.shtml?uuid=ACG2v5S