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venerdì 3 luglio 2015

Berlino come Atene: quando fu la Germania ad andare in default (per ben due volte)

Il più grande debito cancellato nel Novecento? E' stato quello tedesco, dopo la sconfitta delle due guerre mondiali. Senza l'ultimo default, quello del 1953, Berlino oggi non sarebbe certo la locomotiva d'Europa. Senza contare che nel 1990, al momento della riunificazione...

1. Berlino insolvente / 1921-31: la Germania sommersa dai debiti (come Atene) sopravvive con moratorie e ingegneria finanziaria

2. Berlino insolvente / 1932: arriva il default, poi Hitler si cancella il debito da solo

    

                                    Conferenza di Losanna, conclusasi il 9 luglio del 1932

Travolta dal crollo di Wall Street e dalla crisi finanziaria mondiale, la fragile Germania di Weimar si ritrova nel 1932 con un Pil precipitato del 24% rispetto al 1928, una produzione industriale dimezzata e una disoccupazione esplosa a +470%. E' in questo drammatico scenario che alla Conferenza di Losanna, conclusasi il 9 luglio del 1932, le potenze europee vincitrici della Grande Guerra (Francia, Gran Bretagna e Italia) di fatto decidono l'annullamento quasi totale del debito di guerra tedesco.
Per Berlino è il default. Ma l'aiuto dei creditori arriva troppo tardi: tre settimane dopo la cancellazione delle “riparazioni”, il partito nazista trionfa comunque alle elezioni del 31 luglio 1932 superando il 37% dei voti. E quando Hitler arriva al potere, nel gennaio successivo, le parole “debito di guerra” vengono prontamente cancellate dal vocabolario. I marchi risparmiati vengono utilizzati per far ripartire l'industria costruendo i panzer che conquisteranno l'Europa qualche anno dopo. Conosciamo l'epilogo della storia, con la Germania ridotta a un cumulo di macerie fumanti dopo la seconda, catastrofica sconfitta. Dalla quale arriverà il secondo, colossale default. Nel 1953.

3. Berlino insolvente / 1953: il mondo condona i debiti tedeschi dopo la sconfitta di Hitler

  

               Londra 27 febbraio 1953, firma dell’Accordo sul debito estero tedesco (Corbis)

L'anno è il 1953. La Germania nazista è stata sconfitta da otto anni e non costituisce più un problema per l'Occidente. Anzi, la Repubblica Federale tedesca rappresenta di fatto la prima linea della nuova guerra (“fredda”) che gli Alleati combattono contro il blocco sovietico. Gli Stati Uniti e altri 20 Paesi (tra cui la Grecia e l'Italia) decidono allora di chiudere un occhio con Bonn, procedendo a «rinunce volontarie» di parte dei propri crediti. E' quello il momento in cui vengono gettate le basi del miracolo economico tedesco, lo “wirtschaftswunder”.

Con l'accordo ratificato a Londra il 27 febbraio 1953 l'importo da rimborsare da parte della Germania Ovest viene ridotto del 50% a circa 15 miliardi di marchi e dilazionato in più di 30 anni. A firmare, oltre agli Stati Uniti, sono Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Francia, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia. Ma questa non è l'ultima ristrutturazione del debito tedesco. Ce n'è un'altra. Molto più  recente.


4. Berlino insolvente / 1990: cancellati quasi completamente i debiti alla Germania riunificata

Riunificazione della Germania, 1990 (Corbis)

Con l'accordo ratificato a Londra il 27 febbraio 1953 fu stabilito che i debiti tedeschi sarebbero stati congelati fino alla riunificazione della Germania, eventualità che all'epoca veniva giudicata improbabile e remota. E quando nel 1990 avviene l'impensabile, ossia proprio la riunificazione, i debiti vengono quasi del tutto cancellati, per permettere ai tedeschi di gestire un difficile e costoso processo di unione con l'ex DDR. Berlino insomma paga solo le briciole di quello che era il suo colossale debito, maturato con la doppia sconfitta di guerra: appena 239,4 milioni di marchi tedeschi, dilazionati in vent'anni. 

La telenovela delle “ristrutturazioni” sul debito bellico tedesco, con i suoi default, termina definitivamente il 3 ottobre 2010 con il versamento dell'ultima rata, pari a meno di 70 milioni di euro. Ma nessuno se ne accorge. Perché pochi mesi prima ha fatto irruzione nello scenario europeo una nuova grande crisi: quella greca. Appunto.