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domenica 26 luglio 2015

A Londra il boom (sinistro) delle carte di credito

«Venghino, signori...». Traducetelo in inglese e invece di un giostraio immaginatevi un giovane venditore di carte di credito. È più o meno quanto sta accadendo in Gran bretagna a dar retta agli allarmi di Moody’s che torna a battere sul tasto di sempre: l’indebitamento delle famiglie nel Regno di Elisabetta. Storia che si ripete in un Paese assiso su un debito pubblico largamente sotto controllo (70% circa del Pil), ma su una montagna di pagherò firmati da munifici padri di famiglia. A peggiorare le cose s’è messa la congiuntura economica fatta di solida crescita e tassi a zero che spingono verso shopping sfrenato. Se è vero che questo scenario sostiene i consumi interni, è anche vero che spesso si regge sul debito. «La spesa dei consumatori – ha notato Moody’s in un rapporto sul Regno Unito appena diffuso – ha superato i livelli raggiunti prima della crisi, mentre l’indebitamento non garantito ha una dinamica molto superiore a quella salariale... I tassi attuali mascherano la realtà illudendo i cittadini: tutto sembra sostenibile, ma le conseguenze di lungo periodo sono molto negative».

Dal 2012 ad oggi l’indebitamento senza garanzie ai cittadini del Regno è cresciuto del 7%, un fenomeno strettamente collegato al boom di carte di credito su un mercato popolato da nuovi attori pronti a sfidare i tradizionali giganti del settore. Capita così che siano offerte condizioni di credito sempre più vantaggiose per agevolare il cosiddetto “surfing”, ovvero il passaggio da una carta a un’altra. Dodici mesi fa si offrivano due anni di credito senza interessi, oggi se ne offrono tre, invogliando sempre di più i consumatori a cambiare gestore, accumulando il debito. «Il problema – insistono a Moody’s – si crea al termine del periodo interest free. Se non è stato pagato il montante accumulato cominciano a maturare gli interessi su cifre crescenti».

Una spirale alla greca nelle finanze di casa propria? Qualcosa di vagamente simile, nonostante l’ampia approssimazione. Ragionamento che non si stempera nella previsione condivisa dalla maggior parte degli economisti convinti che, nonostante tutto, i “fallimenti” privati – fenomeno endemico nel Regno Unito – non aumenteranno. Un contesto di piena occupazione e di salari ora ritornati in crescita, aiuta. Ma non basta per fugare i timori espressi anche dalla Banca d’Inghilterra. Dopo mesi di attesa, il governatore Mark Carney, ha dato una nuova indicazione di rialzo dei tassi in tempi ragionevoli. Un altolà all’indebitamento personale che il numero uno della BoE ha reso del tutto esplicito invitando le famiglia «a gestire le proprie finanze» in vista dell’aumento del costo del danaro.

rassegna stampa: il Sole 24 Ore 17 luglio 2015
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-17/a-londra-boom-sinistro-carte-credito-063827.shtml?uuid=ACz5v5S