«Venghino, signori...». Traducetelo in inglese e invece di un
giostraio immaginatevi un giovane venditore di carte di credito. È più o
meno quanto sta accadendo in Gran bretagna a dar retta agli allarmi di
Moody’s che torna a battere sul tasto di sempre: l’indebitamento delle
famiglie nel Regno di Elisabetta. Storia che si ripete in un Paese
assiso su un debito pubblico largamente sotto controllo (70% circa del
Pil), ma su una montagna di pagherò firmati da munifici padri di
famiglia. A peggiorare le cose s’è messa la congiuntura economica fatta
di solida crescita e tassi a zero che spingono verso shopping sfrenato.
Se è vero che questo scenario sostiene i consumi interni, è anche vero
che spesso si regge sul debito. «La spesa dei consumatori – ha notato
Moody’s in un rapporto sul Regno Unito appena diffuso – ha superato i
livelli raggiunti prima della crisi, mentre l’indebitamento non
garantito ha una dinamica molto superiore a quella salariale... I tassi
attuali mascherano la realtà illudendo i cittadini: tutto sembra
sostenibile, ma le conseguenze di lungo periodo sono molto negative».
Dal 2012 ad oggi l’indebitamento senza garanzie ai cittadini
del Regno è cresciuto del 7%, un fenomeno strettamente collegato al
boom di carte di credito su un mercato popolato da nuovi attori pronti a
sfidare i tradizionali giganti del settore. Capita così che siano
offerte condizioni di credito sempre più vantaggiose per agevolare il
cosiddetto “surfing”, ovvero il passaggio da una carta a un’altra.
Dodici mesi fa si offrivano due anni di credito senza interessi, oggi se
ne offrono tre, invogliando sempre di più i consumatori a cambiare
gestore, accumulando il debito. «Il problema – insistono a Moody’s – si
crea al termine del periodo interest free. Se non è stato pagato il
montante accumulato cominciano a maturare gli interessi su cifre
crescenti».
Una spirale alla greca nelle finanze di casa propria?
Qualcosa di vagamente simile, nonostante l’ampia approssimazione.
Ragionamento che non si stempera nella previsione condivisa dalla
maggior parte degli economisti convinti che, nonostante tutto, i
“fallimenti” privati – fenomeno endemico nel Regno Unito – non
aumenteranno. Un contesto di piena occupazione e di salari ora ritornati
in crescita, aiuta. Ma non basta per fugare i timori espressi anche
dalla Banca d’Inghilterra. Dopo mesi di attesa, il governatore Mark
Carney, ha dato una nuova indicazione di rialzo dei tassi in tempi
ragionevoli. Un altolà all’indebitamento personale che il numero uno
della BoE ha reso del tutto esplicito invitando le famiglia «a gestire
le proprie finanze» in vista dell’aumento del costo del danaro.
rassegna stampa: il Sole 24 Ore 17 luglio 2015
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-07-17/a-londra-boom-sinistro-carte-credito-063827.shtml?uuid=ACz5v5S