Rispetto ai tedeschi, i
contribuenti del nostro Paese versano al fisco 1.037 euro in più. Gli
irlandesi spendono 3.300 euro in meno, ma peggio di tutti stanno i
francesi con una pressione fiscale al 47,8%
MILANO - A frenare la
ripresa italiana ci sono anche 904 euro di tasse in più che pagano i
contribuenti rispetto alla media europea. Lo rileva l'Ufficio studi
della Cgia di Mestre che ha messo a confronto la pressione fiscale dei
principali paesi Ue: tra i principali gli Stati presi in esame, la
pressione fiscale più elevata si riscontra in Francia dove il peso
complessivo di imposte, tasse, tributi e contributi previdenziali è pari
al 47,8 per cento del Pil. Seguono il Belgio, con il 47,1 per cento, la
Svezia, con il 44,5 per cento, l'Austria, con il 43,7 per cento e, al quinto posto, l'Italia.
L'anno scorso la pressione fiscale nel nostro Paese si è fermata al 43,4 per cento del Pil, mentre la media Ue è stabile al 40%. Nella comparazione, l'ufficio studi della Cgia ha deciso di calcolare anche i maggiori o minori versamenti che ognuno "sconta" rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea, ogni italiano l'anno scorso avrebbe risparmiato 904 euro. Effettuando il confronto con la Germania, invece, si evince come i tedeschi paghino mediamente 1.037 euro all'anno in meno agli italiani che ne pagano 1.409 in più rispetto agli olandesi, 1.701 euro in più dei portoghesi, 2.313 euro in più degli inglesi, 2.499 euro in più degli spagnoli e ben 3.323 euro in più rispetto agli irlandesi. Peggio degli italiani stanno gli austriaci che lo scorso anno hanno pagato 80 euro in più rispetto a noi, gli svedesi 292 euro in più, i belgi 984 euro in più e, infine, i francesi, con ben 1.170 euro in più.
"Per pagare meno tasse - dichiara Paolo Zabeo della Cgia - è necessario che il Governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica; con tagli agli sprechi, agli sperperi e alle inefficienze della macchina pubblica. Inoltre, questa operazione dovrà essere realizzata molto in fretta. Entro il prossimo 30 settembre, infatti, a seguito della mancata autorizzazione dell'Unione europea all'estensione del reverse charge alla grande distribuzione, il Governo dovrà reperire 728 milioni di euro, altrimenti è previsto un aumento delle accise sui carburanti di pari importo".
Negli ultimi 15 anni, il risultato fiscale emerso dalla comparazione con la media europea è costantemente peggiorato. Se
L'anno scorso la pressione fiscale nel nostro Paese si è fermata al 43,4 per cento del Pil, mentre la media Ue è stabile al 40%. Nella comparazione, l'ufficio studi della Cgia ha deciso di calcolare anche i maggiori o minori versamenti che ognuno "sconta" rispetto a quanto succede altrove. Ebbene, se la tassazione nel nostro Paese fosse in linea con la media europea, ogni italiano l'anno scorso avrebbe risparmiato 904 euro. Effettuando il confronto con la Germania, invece, si evince come i tedeschi paghino mediamente 1.037 euro all'anno in meno agli italiani che ne pagano 1.409 in più rispetto agli olandesi, 1.701 euro in più dei portoghesi, 2.313 euro in più degli inglesi, 2.499 euro in più degli spagnoli e ben 3.323 euro in più rispetto agli irlandesi. Peggio degli italiani stanno gli austriaci che lo scorso anno hanno pagato 80 euro in più rispetto a noi, gli svedesi 292 euro in più, i belgi 984 euro in più e, infine, i francesi, con ben 1.170 euro in più.
"Per pagare meno tasse - dichiara Paolo Zabeo della Cgia - è necessario che il Governo agisca sul fronte della razionalizzazione della spesa pubblica; con tagli agli sprechi, agli sperperi e alle inefficienze della macchina pubblica. Inoltre, questa operazione dovrà essere realizzata molto in fretta. Entro il prossimo 30 settembre, infatti, a seguito della mancata autorizzazione dell'Unione europea all'estensione del reverse charge alla grande distribuzione, il Governo dovrà reperire 728 milioni di euro, altrimenti è previsto un aumento delle accise sui carburanti di pari importo".
Negli ultimi 15 anni, il risultato fiscale emerso dalla comparazione con la media europea è costantemente peggiorato. Se