Da un sondaggio effettuato da Nielsen emerge che più di un consumatore su due è disposto a spendere di più pur di acquistare un brand sostenibile. E le aziende che hanno capito questo trend crescono più velocemente delle altre
Marco Frojo
Questo trend è rilevabile anche a livello globale: su scala mondiale il dato sale al 66% (in crescita di 11 punti percentuali rispetto al 2014 e di 16 rispetto al 2013); in Europa il dato si attesta al 51% (era al 40% nel 014 e al 37% nel 2013). A livello globale le aziende impegnate nella sostenibilità ambientale e sociale hanno fatto registrare nel 2015 una crescita del fatturato del 4%, contro il +1% di quelle scoperte su questo versante. Ad oggi ben il 65% delle vendite totali nel largo consumo provengono da marche impegnate con l'ambiente o il sociale.
"I consumatori hanno raggiunto un grado di responsabilità sociale e ambientale determinante anche nel momento dell'acquisto - spiega l'amministratore delegato di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia - Nello stesso tempo, si attendono il medesimo impegno da parte dei produttori. Per questo motivo la sostenibilità dei beni di largo consumo è da considerarsi non più solo un valore aggiunto del prodotto e del brand, bensì un requisito essenziale. Non si può parlare della sostenibilità come di un semplice differenziale di marketing. Essere sostenibili comporta per l'azienda il consolidamento della fedeltà alla marca, soprattutto quando il cliente appartiene alla fascia dei Millennial e della generazione Z, particolarmente attente a questi aspetti nel momento in cui si avvicinano allo scaffale". Per Fantasia, ambiente, impegno sociale, freschezza degli ingredienti sono "le declinazioni dell'unico concetto di sostenibilità, che posiziona l'azienda come big player sia a livello nazionale sia globale grazie alla reputazione acquisita dal marchio".
Nei 60 mercati presi in esame dal sondaggio Nielsen, le fasce d'età maggiormente propense a pagare di più per la sostenibilità sono quelle dei Millennials (21-34 anni) e della generazione Z (15-20 anni): la prima si posiziona al 73% e la seconda al 72%.
In Italia il 43% degli intervistati è attento al fatto che la società produttrice sia eco-friendly e per un altro 38% è importante che il packaging sia a basso impatto ambientale; il 33%, infine, dà valore al fatto che l'azienda sia impegnata nel sociale.
rassegna stampa: la Repubblica 2 novembre 2015
http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/mercati/2015/11/02/news/la_responsabilita_sociale_paga-126452667/?ref=HRLV-6