Le due banche hanno firmato contratti preliminari. La banca milanese è
il primo azionista di Via Nazionale con una partecipazione del 36,7%; in
due anni, dalla privatizzazione, l'istituto ha incassato 305 milioni di
dividendi. Unicredit possiede il 22%
di VITTORIA PULEDDA
MILANO - Intesa Sanpaolo
ha firmato i contratti preliminari per vendere una quota del 5,7% della
Banca d'Italia. Il corrispettivo è pari a 430 milioni, un valore in
linea con il prezzo di carico della partecipazione di Via Nazionale sui
bilanci della banca. Gli acquirenti sono quasi esclusivamente enti
previdenziali: Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa
Ragionieri, oltre alla Banca del Piemonte. La banca milanese rimane
comunque il primo azionista di Via Nazionale con una partecipazione del
36,7% circa. "La finalizzazione di ciascuna operazione - scrive una nota
della banca - è subordinata all'esito positivo della verifica - da
parte del Consiglio Superiore della Banca d'Italia - della sussistenza,
in capo all'acquirente, dei necessari requisiti".
Da quando è stata privatizzata Banca d'Italia, si è posto l'obiettivo di
creare un circuito secondario delle quote, per favorire la libera
circolazione delle varie partecipazioni, e anche ridurre la
concentrazione di alcuni azionisti, a partire da Intesa Sanpaolo. Una
concentrazione frutto delle successivi processi di fusione e
aggregazioni tra gli istituti bancari, che hanno portato la banca
milanese al primo posto (al 42,4% prima di questa cessione) seguita da
Unicredit, intorno al 22%.
Fino a questo momento però un mercato secondario per queste
particolarissime "azioni" non si è ancora creato (anche perché le
singole transazioni sono soggette al benestare di Via Nazionale). I
destinatari naturali sono però gli investitori istituzionali, dagli enti
previdenziali alle Fondazioni. In due anni Intesa ha incassato
complessivamente 305 milioni di dividendi.
In serata anche Unicredit ha annunciato di aver
avviato la riduzione della partecipazione al capitale della Banca
d'Italia. L'istituto ha sottoscritto i contratti preliminari per la
cessione del 3,2% del capitale per circa 240 milioni. Unicredit
controlla 66.342 quote di Bankitalia, pari al 22,1% del capitale. Nel
gennaio 2014 un provvedimento del governo ha stabilito la rivalutazione
delle quote di Bankitalia da 156mila euro - valore fermo dai 1936 - a
7,5 miliardi consentendo alle banche azioniste di rafforzare in
questo modo il loro patrimonio. Allo stesso tempo, però, veniva fissato
un periodo di tre anni entro cui i soggetti che superavano la soglia
del 3% avrebbero dovuto cedere la partecipazione eccedente. In teoria,
quindi, c'è tempo fino all'inizio del 2017.
rassegna stampa: la Repubblica 17 novembre 2015
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2015/11/17/news/intesa_accordi_per_vendere_il_5_7_di_bankitalia_a_430_milioni-127573787/?ref=HREC1-27
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