di Rosaria Amato
I dati dell'Abi oggi hanno suscitato un certo entusiasmo: mutui in crescita dell'86%
nei primi otto mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente, l'ennesimo segnale di ripresa e stavolta sul
mercato immobiliare, in declino da diversi anni dopo dieci anni di boom
che hanno visto duplicare o anche triplicare i prezzi delle case. Però
quella crescita eccezionale suscita qualche perplessità non solo da
parte delle associazioni dei consumatori, che da settimane sostengono
che si dà troppa enfasi ai segnali di ripresa dell'economia italiana, ma
anche da Nomisma, istituto di studi che segue con particolare
attenzione da sempre il mercato immobiliare.
Questo il ragionamento di Luca Dondi, direttore generale di Nomisma
ed analista del mercato immobiliare: secondo l'Agenzia del Territorio
nei primi sei mesi di quest'anno le vendite immobiliari sono cresciute
del 2,85%, un incremento tutto sommato modesto. Dunque questa valanga di
mutui immobiliari cosa ha finanziato? Probabilmente soprattutto le
surroghe, che ormai sono ampiamente diffuse. Però l'Abi precisa che
l'incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari,
nei primi 8 mesi del 2015, a circa il 29%. E dunque visto che si è
passati da un erogato di 15,543 miliardi a 28,920 miliardi di euro (nei
primi otto mesi però), Nomisma calcola che "il settore residenziale
abbia beneficiato nel primo semestre del 2015 di risorse aggiuntive
destinate a transazioni per oltre 5 miliardi di euro rispetto allo
stesso periodo dello scorso anno. Un ammontare decisamente spropositato
se paragonato al tutto sommato modesto incremento delle transazioni
registrato dall'Agenzia dell'Entrate". Vediamo: nei primi sei mesi
dell'anno in Italia sono state vendute poco meno di 6.000 case in più
rispetto allo scorso anno. Facciamo un calcolo molto alla carlona:
200.000 euro per casa (un prezzo che si addice in effetti molto più alle
metropoli che ai piccoli centri), quindi significa 1,2 miliardi in più.
In effetti molto meno dei 5 miliardi in questione, e inoltre la quota
del mutuo di regola non supera l'80% dell'ammontare della casa.
Eppure una rilevazione analoga a quella dell'Abi, ma relativa
esclusivamente ai mutui che passano dal proprio sito, viene pubblicata
ogni mese da Mutuionline: secondo l'Osservatorio ad agosto la
percentuale di mutui per sostituzione e surroga ammonta al 35,1%. Tutto
sommato si tratta di una percentuale abbastanza in linea con quella
rilevata dall'Abi. Però visto che l'aumento delle compravendite non è
"in linea" con quello dei mutui, a questo punto le spiegazioni possibili
sono due: è aumentata la quota del corrispettivo del pagamento
sostenuta dal mutuo, è aumentata la quota di compravendite finanziate da
un mutuo. Ma neanche queste ipotesi convincono Nomisma: "L'incidenza
delle transazioni sostenute da mutuo dovrebbe infatti essere aumentata
di quasi 20 punti, passando da poco più del 40% ad oltre il 60%, con
tutte le conseguenze a livello di composizione tipologica e territoriale
del compravenduto che un simile cambiamento dovrebbe aver comportato.
In ultima analisi, una simile trasformazione appare davvero poco
credibile".
"Non potendo al momento indicare con certezza le fonti di un sotto o
sovra dimensionamento delle dinamiche, l'unico auspicio che ha senso
formulare è che si giunga presto ad un livello di trasparenza maggiore,
che non solo semplifichi la vita a chi si trova a dover analizzare i
dati ma contribuisca a rendere il mercato e, di conseguenza il Paese,
finalmente più credibile", conclude Dondi.
Nel mercato del lavoro, dopo mesi di scontri virtuali tra dati
ministeriali, dell'Inps e dell'Istat, ci si sta orientando su una
pubblicazione comune che includa tutti i dati di varie fonti, in modo
che si completino (e non si scontrino) a vicenda. L'auspicio è che così
possano offrire una visione coerente. Nel mercato immobiliare è un po'
più difficile arrivare a una pubblicazione di questo tipo, perché le
fonti sono diverse e molti dati arrivano da istituti privati, o dalle
stesse agenzie immobiliari. Però forse vale la pena di provarci, almeno
per quanto riguarda le fonti principali.
rassegna stampa: la Repubblica 29 settembre 2015
http://amato.blogautore.repubblica.it/2015/09/29/mutui-e-davvero-boom-i-dubbi-di-nomisma/
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