La generazione nata dopo gli
anni '80 è più povera, ma più colta e istruita: anche per questo sta
stravolgendo il modo di utilizzare le cose. La proprietà lascia spazio
alla condivisione e la ricerca della qualità vince su tutto
di GIULIANO BALESTRERI e GIACOMO DE PANFILISMILANO - La ripresa, per quanto debole, passa per i "millennials". Troppo spesso dimenticati da ricerche e statistiche, i figli dei "baby boomers", nati negli anni '80 sono il vero motore dei consumi. Più istruiti, più colti, più digitali dei loro genitori, i "millennials" sono anche più poveri: spesso ancora alla ricerca della prima occupazione. Sono loro le prime vittime di una recessione costata 122 miliardi di euro che si è tradotta in un'esplosione della disoccupazione e un calo degli stipendi che ha portato il Pil procapite a circa 22mila euro. Motivo per cui per comprare fanno scelte oculate e attente. Soprattutto alla qualità. Insomma preferiscono spendere meno, ma meglio. Addio quindi agli economici fast-food sostituiti da cibi biologici e del territorio. Un modello che replicano per ogni categoria merceologica.
Sono giovani tra i 25 e i 35 anni, una fetta importante della popolazione, ma anche l'ultimo rapporto Coop ammette che si tratta di "trendsetter dimenticati". Eppure sono proprio loro a dettare la linea, anche agli stessi genitori che li seguono in termini di tendenze e usi. Grazie a loro hanno scoperto il car-sharing, AirBnb per le case in condivisione e perfino la televisione in streaming.
D'altra parte parliamo di quella fascia di popolazione sempre connessa a internet, sempre aggiornata sulle ultime tendenze che non esita a utilizzare la carta di credito per ogni acquisto. Possibilmente online. Quando si tratta di abbigliamento sono ancora più spregiudicati: provano un capo in negozio, ma lo comprano in rete. Anche così risparmiano. E non potrebbero fare altrimenti con un potere d'acquisto in costante calo. Per intercettare i loro gusti la grande distribuzione è pronta a raccogliere la sfida del cibo online, soprattutto dopo che Amazon ha lanciato lo stesso servizio in Italia, diventando un megastore virtuale a 360 gradi: dai libri ai jeans, dagli elettrodomestici alla pasta. Tutto a portata di click.