I dati sono stati pubblicati dal Credit Suisse Reserarch Institute. Nel
nostro paese nel 2014 i "Paperoni" sono diminuiti di 500 unità: da 3332 a
2831. A livello globale, l'un per cento della popolazione adulta
detiene il 41 per cento di tutte le risorse economiche
“Ricchi sempre più ricchi in tutto il mondo ma non Italia”. A dirlo sono i dati pubblicati dal Credit Suisse Reserarch Institute
nella sesta edizione del ‘Global Wealth Report’, uno studio sullo
sviluppo della classe media dall’inizio del secolo. Secondo il report,
l’uno per cento della popolazione adulta mondiale possiede il 41% della ricchezza (circa 98 trilioni di dollari). E dall’inizio della crisi il trend non si è fermato: è, infatti, dal 2008 che le diseguaglianze
sulle capacità economiche continuano ad aumentare. Una tendenza che
però è in calo in Italia: nel 2014 le persone con un patrimonio sopra i
50 milioni di dollari sono diminuite di 500 unità: da 3332 a 2831.
Tuttavia per un analisi più approfondita dei dati bisogna considerare l’apprezzamento
del dollaro sulle altre monete mondiali che ha fatto diminuire la
ricchezza di 13 trilioni di dollari. Al contrario, con i cambi costanti
sarebbe aumentata di 13 trilioni. Il nostro Paese rimane al settimo posto al mondo per numero di “super ricchi”. Il 55 per cento degli italiani (29 milioni di persone) inoltre appartiene alla classe media, più che in Francia (24 milioni) e Regno Unito (28 milioni).
Tornando ai dati mondiali anche all’interno dell’un per cento dei super ricchi ci sono differenze: 45mila di questi hanno un reddito superiore a 100 milioni di dollari. Altri 124mila invece hanno una ricchezza pro-capite di 50 milioni di dollari. La Cina
è il Paese dove il fenomeno è più accentuato con un incremento dell’8%.
Secondo lo studio la concentrazione delle ricchezze non sembra andare
incontro a un’inversione di tendenza: per questo chi in partenza ha
risorse economiche ristrette, ha poi poche possibilità di recuperare
terreno nei confronti dei ceti più abbienti. “La ricchezza della classe
media è cresciuta ad un ritmo minore di quella dei ceti alti, questo ha
invertito il trend pre-crisi in cui avevamo visto la classe media
arricchirsi in modo costante”, ha spiegato il capo esecutivo della
banca svizzera Tidjane Thiam. Un’eccezione è rappresentata dall’India dove il patrimonio della classe media dal 2000 ad oggi è cresciuto del 150 per cento, mentre nel resto del mondo è raddoppiato.
rassegna stampa: il fatto quotidiano 13 ottobre 2015
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