Si è appena insediato il nuovo commissario europeo per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e
il mercato dei capitali, l’inglese Jonathan Mill, e già si rincorrono polemiche e preoccupazioni.
La scelta di Mill è stata subito criticata per il suo passato, tutt'altro che remoto, di esponente della lobby finanziaria della city di Londra, mentre il suo diretto superiore, il vice presidente della Commissione Europea Jyrki Katainen, responsabile per gli affari economici e monetari, è stato descritto come un alleato settentrionale della Germania e partigiano dell’austerità.
Lo stesso Junker, nella lettera di mandato al nuovo commissario, evidenzia obiettivi contraddittori.
Se, da un lato, la richiesta è per una particolare attenzione all’’equità sociale della regolamentazione’ e alla ‘qualità dei servizi finanziari ai cittadini’, dall’altro lato, i dipendenti del settore finanziario non sono mai menzionati e lo stesso trattamento è riservato al cosiddetto level playing field, parola d’ordine degli anni passati, a significare un mercato unico europeo caratterizzato da pari condizioni di regole e, quindi, di concorrenza.
Quest’aspetto è senz’altro il più inquietante del mandato a Mill, cui viene richiesto ‘un chiaro sostegno al finanziamento dell’economia reale’, ma a scapito del settore bancario regolamentato.
Junker chiede, infatti, esplicitamente di ‘sviluppare alternative alla dipendenza delle nostre
imprese dai finanziamenti bancari’(!!!), con il rischio più che concreto che una parte delle attività vengano trasferite fuori dal settore bancario regolamentato, verso quello che non a caso viene
chiamato shadow banking, il sistema bancario parallelo, con intermediari che svolgono attività finanziarie analoghe, ma senza regole né tutele per le imprese, i consumatori e i dipendenti!
imprese dai finanziamenti bancari’(!!!), con il rischio più che concreto che una parte delle attività vengano trasferite fuori dal settore bancario regolamentato, verso quello che non a caso viene
chiamato shadow banking, il sistema bancario parallelo, con intermediari che svolgono attività finanziarie analoghe, ma senza regole né tutele per le imprese, i consumatori e i dipendenti!
Negli stessi giorni in cui il commissario europeo illustrava la sua idea di sistema finanziario, Uni Finanza a Ginevra rilanciava le sue richieste in tema di regolazione finanziaria e riforma del settore bancario.
Nella seconda consultazione ufficiale con il Financial Stability Forum, rappresentato da Rupert Thorne, segretario generale aggiunto, il tema centrale è stato quello delle cosiddette 'Too big to fail', le megabanche di importanza sistemica, troppo grandi, complesse e interconnesse per fallire.
Philip Jennings, segretario mondiale di UNI Global Union, ha aperto la riunione chiedendo al Financial Stability Board di procedere più velocemente con le riforme per la stabilità finanziaria e
alle grandi banche un’assunzione di responsabilità nei confronti delle comunità di appartenenza, delle società in cui operano e dei lavoratori.
rassegna stampa: http://www.fiba.it/
alle grandi banche un’assunzione di responsabilità nei confronti delle comunità di appartenenza, delle società in cui operano e dei lavoratori.
rassegna stampa: http://www.fiba.it/