Il sistema bancario ombra, lo shadow banking, non smette di
crescere senza sosta. A confermarlo è stata ieri Daniele Nouy,
presidente del Consiglio di supervisione bancaria della Bce, che ha
dichiarato come le attività finanziarie non regolamentate nell'eurozona
siano raddoppiate dall'inizio della crisi, passando da 9mila miliardi di
euro del 2006 a 19mila miliardi a fine del 2013.

Il fenomeno non è solo europeo. Il Fondo monetario
internazionale ha documentato come lo shadow banking valga oltre 60mila
miliardi di dollari a livello mondiale, più del Pil di Stati Uniti, Ue e
Cina messi insieme. Di questi 60mila miliardi di dollari tra i 15mila e
i 25mila miliardi di dollari sono appannaggio degli Stati Uniti, tra i
2,6 e i 6 trilioni di dollari in Giappone e intorno ai 7 trilioni nei
Paesi emergenti.
Secondo l'Fmi «gli stessi fattori guidano la crescita dello shadow banking nei diversi Paesi». Il fenomeno «tende a decollare quando si mettono in campo regolamentazioni bancarie stringenti, che spingono all'aggiramento delle regole. Inoltre, cresce quando i tassi di interesse e gli spread sui rendimenti sono bassi e gli investitori cercano ritorni più alti». In totale, calcolano i tecnici dell'istituto di Washington, lo shadow banking conta per circa un terzo del rischio sistemico complessivo negli Stati Uniti, più o meno come il sistema bancario tradizionale. Il peso è più basso in Gran Bretagna e nella zona dell'euro che «hanno ancora sistemi finanziari più bancocentrici». Tra i paesi emergenti, avverte il Fondo, «uno stretto monitoraggio» merita la Cina dove lo shadow banking arriva a una quota compresa tra il 35 e il 50% del Pil e cresce a un ritmo del 20% annuo».
Secondo l'Fmi «gli stessi fattori guidano la crescita dello shadow banking nei diversi Paesi». Il fenomeno «tende a decollare quando si mettono in campo regolamentazioni bancarie stringenti, che spingono all'aggiramento delle regole. Inoltre, cresce quando i tassi di interesse e gli spread sui rendimenti sono bassi e gli investitori cercano ritorni più alti». In totale, calcolano i tecnici dell'istituto di Washington, lo shadow banking conta per circa un terzo del rischio sistemico complessivo negli Stati Uniti, più o meno come il sistema bancario tradizionale. Il peso è più basso in Gran Bretagna e nella zona dell'euro che «hanno ancora sistemi finanziari più bancocentrici». Tra i paesi emergenti, avverte il Fondo, «uno stretto monitoraggio» merita la Cina dove lo shadow banking arriva a una quota compresa tra il 35 e il 50% del Pil e cresce a un ritmo del 20% annuo».
rassegna stampa: Il sole 24 ore - 9.11.14
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-11-09/l-eurofinanza-ombra-vale-19mila-miliardi--145237.shtml