La parola d'ordine in Borsa: vendere. Non stiamo parlando degli
azionisti della domenica ma degli investitori forse più importanti dal
2008 a questa parte, da quando cioè è esplosa la crisi. I fondi sovrani dei Paesi produttori di petrolio hanno dimezzato il loro potere d'acquisto. Colpa del prezzo del greggio colato a picco negli ultimi mesi (-70%), toccando i minimi degli ultimi 12 anni. Come spiega il Sole 24 Ore,
oggi quegli stessi fondi, che a pieno regime e con le casse piene
quando il petrolio era alle stelle pompavano sui mercati i loro 700-800 miliardi di dollari di surplus, possono investire "appena" 200-300 miliardi l'anno. Come dire: il "doping" delle Borse è finito e i mercati azionari e obbligazionari hanno sempre meno liquidità.
Dismissioni a catena - Per far fronte al prolungato debito di liquidità, i fondi hanno iniziato a dismettere il loro patrimonio finanziario, 4.000 miliardi
di dollari: l'erosione anche di una minima parte di questo tesoro
rischia di creare un'onda stile tsunami sull'economia globale. Secondo
l'asset manager Lyxor negli ultimi mesi i fondi sovrani dei Paesi del Golfo, da soli, negli ultimi mesi hanno venduto circa 300 miliardi
di dollari di azioni) e secondo molti analisti l'inquietante volatilità
dei mercati potrebbe essere dovuta proprio alla smobilitazione
selvaggia dei fondi sovrani.
Il caso Arabia - Lo specchio perfetto di quanto sta accadendo è l'Arabia Saudita, che ha già annunciato un deficit di 87 miliardi e conseguente massiccia opera di risanamento: più debito (prima emissione obbligazionaria in dollari dal 2007), privatizzazioni (in testa quella del colosso del settore idrocarburi Saudi Aramco) e dismissioni di asset, che nel 2015 si sono già ridotti di 73 miliardi di dollari.
rassegna stampa, Libero quotidiano, 4 febbariao 2016
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11875301/petrolio-prezzo-calo-borse-panico-fondi-sovrani-vendono.html
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