Lo schema "dei profitti eccedenti" ha consentito a 35 società di pagare
meno imposte riducendo la base imponibile tra il 50% e il 90%, per
scontare i cosiddetti "utili in eccesso" che provengono dall'essere
parte di un gruppo multinazionale
MILANO - Il Belgio come
l'Olanda, il Lussemburgo e l'Irlanda: anche Bruxelles è finita nel
miniro dell'Antitrust europea che adesso impone al Paese di recuperare
700 milioni di tasse evase da parte di 35 multinazioni che attraverso
una serie di accordi fiscali hanno cercato di aggirare il pagamento
delle tasse in Europa. Una piaga che secondo l'Ue costa ai cittadini del
Vecchio continente mille miliardi di euro l'anno.
Per l'Unione europea, infatti, lo schema di incentivi applicato dal
Belgio a 35 aziende che riuscivano a non farsi tassare i profitti in
eccesso "è illegale". Di certo si tratta di un nuovo duro colpo ai
regimi di vantaggi fiscali esistenti in diversi stati membri, ma
soprattutto si tratta di un'accelerazione dell'azione dell'Antitrust
europeo per assicurare l'equa ripartizione del carico fiscale e il
rigoroso rispetto della legislazione. Anche per questo è stato ritenuta
del tutto ingiustificata la difesa del Belgio secondo cui "le riduzioni
sono necessarie per evitare le doppie imposizioni".
Nel dettaglio, infatti, il regime di esonero dei profitti in eccesso,
applicabile dal 2005, ha permesso a certe società di pagare "meno
imposte in Belgio sulla base delle decisioni fiscali anticipate". La
base imponibile di tali società è stata ridotta dal 50 al 90% grazie
alla deduzione dei "presupposti profitti infra-gruppo dovuti a sinergie
ed economie di scala" derivanti dall'appartenenza a un gruppo
multinazionali. A beneficiarne sarebbero state soprattutto aziende
europee che dovranno restituire 500 dei 700 milioni indicati
dall'Antitrust.
La Ue ha avviato un'inchiesta approfondita - proprio come nei confronti
di Olanda e Lussemburgo - nel febbraio dello scorso anno scoprendo che
il regime vigente in Belgio derogava alla pratica ordinaria prevista nel
paese per l'imposta sulle società e al principio di "piena
concorrenza": una pratica del tutto illegale alla luce delle norme
europee sugli aiuti di stato. "Il Belgio ha concesso a certe
multinazionali vantaggi fiscali sostanziali violanto le regole europee: è
una pratica che altera la concorrenza fondata sui meriti e che non
tratta i concorrenti più piccoli come le multinazionali", ha detto la
commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager che ricorda come "i
paesi europei abbiano numerosi mezzi legali per sostenere gli
investimenti: il fatto che un paese accordi a certe multinazionali
vantaggi fiscali illegali permettendo loro di evitare di pagare le
imposte sulla maggior parte dei profitti reali nuoce gravemente alla
concorrenza leale nella Ue".
Basti pensare che per promuovere tali pratiche Bruxelles fece grande
pubblicità per sottolineare proprio sull'esonero dei profitti eccedenti
per il quale era stato pure coniato uno slogan: "Solo in Belgio". Per la
Commissione Ue tale regime fiscale, invece, costituisce "una
distorsione molto grave della concorrenza nel mercato unico che tocca un
ampio ventaglio di settori economici". I tax ruling sotto indagine da
parte della Ue includono quelli
di Fca e Amazon (in Lussemburgo), Apple (in Irlanda) e Starbucks (in
Olanda) con quest'ultima già condannata a restuire 30 milioni di tasse
non pagate. A dicembre, invece, è stata aperta una nuova indagine contro il Lussemburgo per gli accordi con McDonald's.
Tornando al tax ruling belga, il profitto effettivamente registrato di
una multinazionale viene comparato con quello medio ipotetico di una
società autonomia che si trova in una situazione simile: la differenza
veniva considerata un profitto eccedente dal Fisco facendo scattare una
riduzione proporzionale della base imponibile del gruppo. Un meccanismo -
spiega la Commissione Ue - possibile perché tali profitti in eccesso si
realizzano grazie alle sinergie e alle economie di scala del gruppo
multinazionali, alla sua reputazione, alla rete di clienti e fornitori e
all'accesso ai nuovi mercati che tutto questo comporta.
Sulla base del principio di 'piena concorrenza', invece, anche se una multinazionale realizza profitti
in eccesso, questi devono essere ripartiti tra le società del gruppo in
modo che ne sia rispettata la realtà economica e che le imposte siano
caricate là dove i profitti sono generati.
rassegna stampa, la repubblica, 11 gennai 2016
http://www.repubblica.it/economia/2016/01/11/news/stretta_ue_sulle_multinazionali_il_belgio_recuperi_700_milioni_di_tasse_-131014238/?ref=HREC1-17
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