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lunedì 11 gennaio 2016

Denuncia Confesercenti: "La crisi sulla pelle degli autonomi, perso mezzo milione di posti"

dati riguardano gli anni della recessione, dal 2007 ad oggi: i lavoratori autonomi sono diminuiti di ben 552mila unità, con un crollo del 10%. L'associazione: "Raramente l'universo di imprese senza dipendenti, collaboratori familiari, ma anche professionisti e autonomi, viene considerato dalle politiche per il rilancio dell'occupazione"

Denuncia Confesercenti: "La crisi sulla pelle degli autonomi, perso mezzo milione di posti"    MILANO - L'occupazione dipendente dà segnali di ripartenza, ma il mondo degli autonomi continua a scontare gli effetti della crisi e delle chiusure delle piccole imprese. Anche e soprattutto sotto il profilo occupazionale: tra il 2007 e il 2015, infatti, i lavoratori autonomi sono diminuiti di ben 552mila unità, con un crollo del 10%. In pratica, un posto di lavoro autonomo su 10 è scomparso. E' quanto emerge dall'analisi condotta da Confesercenti sulle consistenze occupazionali del lavoro indipendente - composto in larga parte da piccoli e micro imprenditori - dalla crisi a oggi. Un'analisi che comunque si deve confrontare con le ultime rilevazioni Istat, relative al mese di novembre: secondo l'Istituto, i lavoratori indipendenti occupati sono saliti rispetto al mese precedente di 28mila unità, mentre rispetto a dodici mesi prima il calo è stato di 41mila persone.

Tornando alla denuncia di Confesercenti, nel 2007, l'ultimo anno prima della recessione, i lavoratori indipendenti erano quasi 6 milioni (5.987.000), mentre l'ultimo dato disponibile, quello di novembre 2015 proprio dell'Istat, mostra come la platea si sia ridotta a meno di 5,5 milioni (5.463.000). Un crollo, sottolinea Confesercenti, "che racconta meglio di altri le difficoltà del mondo delle piccole e micro imprese, che in questi anni hanno subito un 'sacrificio' proporzionalmente più elevato rispetto al lavoro dipendente".

Nonostante questo, però, denuncia Confesercenti, "raramente l'universo del lavoro indipendente - imprese senza dipendenti, collaboratori familiari, ma anche professionisti e autonomi - viene considerato dalle politiche per il rilancio dell'occupazione. Rimane infatti forte, ancora oggi, il preconcetto secondo cui la 'vera' occupazione sia quella dipendente". Eppure, ricorda l'organizzazione, "per decenni il lavoro indipendente è stato il principale 'shock absorber' della disoccupazione, soprattutto attraverso l'autoimprenditorialità: il 75% dei lavoratori indipendenti si concentra infatti in imprese senza dipendenti, attività gestite direttamente dai titolari e dai collaboratori familiari. La capacità di garantire occupazione di questo sistema, però, come dimostrano i dati, è sempre più in crisi".

"Per diversi decenni - spiega Mauro Bussoni, segretario generale Confesercenti - il lavoro indipendente ha costituito per il nostro Paese un importante ammortizzatore sociale, consentendo di assorbire una quota elevata della disoccupazione attraverso forme di autoimpiego. Oggi, però, è un'attività fortemente esposta alla debolezza della nostra economia. Una crisi nella crisi rimasta costantemente nell'ombra, offuscata dai dati più generali e preoccupanti dell'aumento complessivo del tasso di disoccupazione. Per interrompere la spirale, serve un Jobs Act per il lavoro indipendente, che preveda defiscalizzazioni dirette a favorire la ripresa di questo mondo, che ancora garantisce milioni di posti di lavoro e che svolge quindi un ruolo chiave nella lotta alla disoccupazione, anche quella giovanile".


rassegna stampa, la repubblica, 9 gennaio 2016.
http://www.repubblica.it/economia/2016/01/09/news/confesercenti_crisi_economica_disoccupati-130885321/