dati riguardano gli anni della recessione, dal 2007 ad oggi: i
lavoratori autonomi sono diminuiti di ben 552mila unità, con un crollo
del 10%. L'associazione: "Raramente l'universo di imprese senza
dipendenti, collaboratori familiari, ma anche professionisti e autonomi,
viene considerato dalle politiche per il rilancio dell'occupazione"
MILANO - L'occupazione dipendente dà segnali di ripartenza,
ma il mondo degli autonomi continua a scontare gli effetti della crisi e
delle chiusure delle piccole imprese. Anche e soprattutto sotto il
profilo occupazionale: tra il 2007 e il 2015, infatti, i lavoratori
autonomi sono diminuiti di ben 552mila unità, con un crollo del 10%. In
pratica, un posto di lavoro autonomo su 10 è scomparso. E' quanto emerge
dall'analisi condotta da Confesercenti sulle consistenze occupazionali
del lavoro indipendente - composto in larga parte da piccoli e micro
imprenditori - dalla crisi a oggi. Un'analisi che comunque si deve
confrontare con le ultime rilevazioni Istat, relative al mese di
novembre: secondo l'Istituto, i lavoratori indipendenti occupati sono
saliti rispetto al mese precedente di 28mila unità, mentre rispetto a
dodici mesi prima il calo è stato di 41mila persone.
Tornando alla denuncia di Confesercenti, nel 2007, l'ultimo anno prima
della recessione, i lavoratori indipendenti erano quasi 6 milioni
(5.987.000), mentre l'ultimo dato disponibile, quello di novembre 2015
proprio dell'Istat, mostra come la platea si sia ridotta a meno di 5,5
milioni (5.463.000). Un crollo, sottolinea Confesercenti, "che racconta
meglio di altri le difficoltà del mondo delle piccole e micro imprese,
che in questi anni hanno subito un 'sacrificio' proporzionalmente più
elevato rispetto al lavoro dipendente".
Nonostante questo, però, denuncia Confesercenti, "raramente l'universo
del lavoro indipendente - imprese senza dipendenti, collaboratori
familiari, ma anche professionisti e autonomi - viene considerato dalle
politiche per il rilancio dell'occupazione. Rimane infatti forte, ancora
oggi, il preconcetto secondo cui la 'vera' occupazione sia quella
dipendente". Eppure, ricorda l'organizzazione, "per decenni il lavoro
indipendente è stato il principale 'shock absorber' della
disoccupazione, soprattutto attraverso l'autoimprenditorialità: il 75%
dei lavoratori indipendenti si concentra infatti in imprese senza
dipendenti, attività gestite direttamente dai titolari e dai
collaboratori familiari. La capacità di garantire occupazione di questo
sistema, però, come dimostrano i dati, è sempre più in crisi".
"Per diversi decenni - spiega Mauro Bussoni, segretario generale
Confesercenti - il lavoro indipendente ha costituito per il nostro Paese
un importante ammortizzatore sociale, consentendo di assorbire una
quota elevata della disoccupazione attraverso forme di autoimpiego.
Oggi, però, è un'attività fortemente esposta alla debolezza della nostra
economia. Una crisi nella crisi rimasta costantemente nell'ombra,
offuscata dai dati più generali e preoccupanti dell'aumento complessivo
del tasso di disoccupazione.
Per interrompere la spirale, serve un Jobs Act per il lavoro
indipendente, che preveda defiscalizzazioni dirette a favorire la
ripresa di questo mondo, che ancora garantisce milioni di posti di
lavoro e che svolge quindi un ruolo chiave nella lotta alla
disoccupazione, anche quella giovanile".
rassegna stampa, la repubblica, 9 gennaio 2016.
http://www.repubblica.it/economia/2016/01/09/news/confesercenti_crisi_economica_disoccupati-130885321/
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UN LABORATORIO DI PENSIERO E RIFLESSIONE FATTO DAI LAVORATORI:
il diario della crisi
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