MILANO - Nei prossimi due
anni rischiano di svanire 23.000 posti di lavoro nelle banche. Il
calcolo è stato fatto dalla Fabi analizzando i piani industriali dei
maggiori gruppi bancari. Questi esuberi si andrebbero ad aggiungere ai
48.000 registrati degli ultimi 15 anni. Numeri che fanno dire al
segretario generale del sindacato autonomo, Lando Sileoni: "Si può fare
banca rispettando territorio, famiglia e imprese". Annunciando la
presentazione di un progetto messo a punto dal sindacato dei bancari, il
12 febbraio a Milano, aggiunge: "Non abbiamo nessuna pretesa di
sovrapporci al ruolo dei banchieri. Sappiamo perfettamente che ognuno ha
il suo modello ma noi dimostreremo che possiamo mantenere i livelli
occupazionali e forse anche garantire nuova occupazione, tenendo
presente come è cambiato il mondo e dimostreremo nei dettagli come sarà possibile riportare la gente allo sportello".I conti del sindacato dei lavoratori bancari prendono in considerazione il piano Unicredit con 5740 uscite (5100 già previste dal vecchio piano,a cui si aggiungono le altre 540 definite nell'aggiornamento di piano industriale 2015-18. Alle 560 già definite se ne potrebbero aggiungere ulteriori 400 derivanti dalla possibile cessione del ramo leasing. Il calcolo prende anche in considerazione le 4500 riconversioni professionali di Intesa SanPaolo (che si trasformeranno in esuberi se lavoratori non andrà in porto); le 8.000 uscite totali fino al 2018 di Mps (piano 2012-2018); 1.300 di Bnl;600 di Bper; 575 uscite definite e probabili altri 150 potenziali esuberi frutto dell'eventuale di cessione di Servizi bancari di Popolare Vicenza; 900 uscite del Banco popolare; 500 uscite di Ubi; 430 di Veneto banca;250 di Creval;600 di Carige.
Nel 2007 i dipendenti del settore bancario erano 344.688; nel 2013 303.591. Tra il 2007 ed il 2015 gli sportelli sono scesi da 32.818 a 30.198, secondo i dati Bankitalia. Le uscite sono state gestite con prepensionamenti volontari e incentivati con l'ammortizzatore sociale di categoria, il fondo esuberi, ricorda Fabi: "i sindacati vogliono continuare a gestire le ristrutturazioni in maniera morbida e si opporranno in tutti i modi all'ipotesi di uscite obbligatorie". Ora, dice il sindacato, "Le banche non possono più puntare sul taglio dei costi del lavoro, come fatto fino a oggi senza grandi risultati, ma devono rilanciare i ricavi mettendo a punto un nuovo modello business al servizio del territorio, recuperando il rapporto di fiducia con la clientela".
rassegna stampa: la repubblica 23 gennaio 2016
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/01/23/news/bancari_a_rischio_in_due_anni_possibili_23mila_esuberi-131879632/