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martedì 23 giugno 2015

BCE: alle banche italiane 108 mld da aste TLTRO, ma i prestiti ai privati restano al palo. Cosa non funziona nella strategia di Draghi?

Grazie alle aste del TLTRO le banche italiane si sono intascate 108,3 miliardi di euro, ma poco o niente è arrivato nelle tasche di privati, famiglie e imprese italiane. Lo scorso settembre la BCE di Mario Draghi ha lanciato le aste Targeted Long Term Refinancing Operation con l’obiettivo di contrastare il crescente credit cruch in Europa spingendo così le banche a riaprire i rubinetti del credito ai privati. Ma qualcosa nei progetti della BCE, non sta andando nel verso sperato, perchè nelle tasche di famiglie e imprese sono arrivate soltanto le briciole dei 108,3 miliardi intascati dalle banche italiane.
Le aste del Targeted Long Term Refinancing Operation sono iniziate lo scorso settembre. Si tratta di operazioni di finanziamento a lungo termine, aste in cui la BCE mette a disposizione delle banche europee liquidità a basso costo in cambio di collaterale come garanzia.
Ma questo strumento di politica espansiva era già stato messo in campo dalla BCE prima del settembre 2014, ma con risultati più che modesti. Tra il dicembre 2011 e il febbraio 2012 la BCE ha offerto due tranche da 1000 miliardi di euro alle banche europee, ma la maggior parte della liquidità incassata dalle banche è stata utilizzata per rifinanziare obbligazioni in scadenza o acquistare titoli di stato. Così facendo le banche italiane hanno ottenuto discreti guadagni, ma poco o niente è arrivato nelle tasche dei privati.
Per questo motivo lo scorso anno, Draghi ha inserito nell’operazione di rifinanziamento a lungo termine la dicitura “Targeted”, ovvero “mirato”. Le nuove operazioni di rifinanziamento sono quindi vincolate ai loro destinatari, imprese e famiglie a cui devono arrivare i soldi intascati dalle banche, altrimenti le banche saranno costrette nel 2016 a restituire alle BCE la liquidità erogata.
In questi giorni si è conclusa la quarta asta del TLTRO dopo quelle tenute a settembre, dicembre e marzo. Alla quarta asta del TLTRO 128 banche europee hanno ottenuto dalla BCE liquidità per 73,8 miliard di euro, di questi circa 14,3 miliardi sono andati nelle tasche delle banche italiane. Con l’asta di giugno il totale della liquidità ottenuta dagli istituti italiani sale così a 108,3 miliardi di euro.
E i prestiti ai privati italiani? Restano al palo. Nonostante la forte iniezione di liquidità da parte della BCE il sistema bancario italiano non trasmette ai privati il credito ottenuto. A confermarlo sono i dati di Bankitalia secondo cui i prestiti a famiglie e imprese del Belpaese continuano a calare. Ad aprile, secondo quanto riporta la Banca d'Italia nell'analisi delle principali voci dei bilanci bancari, “hanno registrato una contrazione su base annua dell’1,4 per cento, stesso valore di marzo. In dettaglio i prestiti alle famiglie sono calati dello 0,2 per cento sui dodici mesi (-0,3 nel mese precedente); quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 2,2 per cento, come a marzo”.
Il trend negativo è confermato anche a maggio da un rapporto di Unimpresa: "Negli ultimi cinque anni i finanziamenti alle imprese sono diminuiti di 36,2 miliardi (-4,28%): da marzo 2010 a marzo 2015 gli impieghi destinati alle aziende sono passati da 845,9 miliardi a 809,7 miliardi. Sono diminuiti i finanziamenti di tutti i tipi di durata: quelli a breve termine sono scesi di 16,7 miliardi da 316,7 miliardi a 300 miliardi (-5,28%); quelli a media scadenza sono calati di 10,7 miliardi da 143,9 miliardi a 133,1 miliardi (-7,49%); quelli di lungo periodo sono diminuiti di 8,7 miliardi da 385,3 miliardi a 376,6 miliardi (-2,26%)".
Insomma i rubinetti del credito, ormai chiusi da anni, non sembrano essere riaperti se non col contagocce. Ma allora che fine hanno fatto i 108,3 miliardi di liquidità incassata dagli istituti italiani da settembre 2014 a giugno 2015? Qualcosa nel piano di Mario Draghi per ammormidire il credit crunch è andato storto.
All’indomani dell’annuncio della prima asta del TLTRO, si erano subito alzate le voci degli scettici. Tra queste anche l’agenzia di rating internazionale Fitch che in una nota scriveva: “Le banche in Spagna, Italia, Portogallo e Grecia sfrutteranno la possibilità di accedere ai prestiti a basso costo con scadenza settembre 2018. Tuttavia i fondi Tltro potrebbero essere utilizzati principalmente per sostituire gli esistenti prestiti Ltro con scadenza a gennaio e febbraio 2015, e per rifinanziare altro funding all’ingrosso. Alcune banche potrebbero essere costrette a restituire i fondi a settembre del 2016, con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale, ma avranno comunque beneficiato di due anni di finanziamenti a condizioni favorevoli”.
Come previsto, molte banche hanno utilizzato la liquidità per rimborsare alla BCE i precedenti finanziamenti triennali TLTRO in scadenza tra il 2014 e il 2015. In pratica le banche hanno sostituito i finanziamenti triennali con la nuova liquidità fornita dalle ultime quattro aste del TLTRO, ma sono anche aumentati gli investimenti delle banche italiane in Titoli di Stato del nostro Paese: questo ha favorito il trend negativo del credito a famiglie e imprese.
Lo stesso Draghi, conscio del modesto risultato delle prime aste del TLTRO, ha spinto per mettere in campo il Quantitative easing, lo strumento di politica monetaria ultraespansiva che si spera abbia risultati migliori delle precedenti iniziative.

rassegna stampa: da International Business Times 22.06.2015