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giovedì 28 maggio 2015

l'Ocse: in Italia il 20% degli italiani possiede il 61% della ricchezza

l'Ocse ci dice che in Italia il 20% degli italiani possiede il 61% della ricchezza

Mentre secondo i dati del rapporto Ocse sulle diseguaglianze, l'1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta (definita come la somma degli asset finanziari e non finanziari, meno le passività), praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%.

 

(Regioni.it 2728 - 21/05/2015) Dati Eurostat e Ocse sulla ricchezza e la sua distribuzione in Italia. Nel primo rapporto di Eurostat sul prodotto interno lordo procapite delle regioni europee un cittadino Ue può contare su un reddito di 26.600 euro all'anno (dati 2013). Non ci sono regioni italiane tra le prime 20 d'Europa, ma anche nelle ultime 20.
Mentre l'Ocse indica che l'1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%. Nel corso della crisi economica la crescita della povertà è stata fra le più elevate. I più colpiti sono stati giovani e giovanissimi. Sono in povertà il 26,6% delle famiglie di lavoratori atipici (autonomi, precari, part time) contro il 5,4% per quelle di lavoratori stabili, e il 38,6% per quelle di disoccupati.
I dati Eurostat confermano inoltre l'allargamento del divario tra il Nord e il Sud dell'Italia. Tra il 2012 e il 2013, il Pil pro-capite delle regioni del Nord Italia e' rimasto sostanzialmente stabile (restando di circa un quarto superiore alla media Ue), mentre è calato significativamente nel Sud e nelle isole (dove si attesta intorno al 63-64% della media Ue).
La Calabria è la regione più povera d'Italia con un reddito medio pro-capite di 15,100 euro a fronte di una media del Nord Ovest d'Italia di 33,000 euro, e di 31,000 nel Nord Est.
Mentre secondo i dati del rapporto Ocse sulle diseguaglianze, l'1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta (definita come la somma degli asset finanziari e non finanziari, meno le passività), praticamente il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%.
Sempre secondo l’Ocse l'incremento del 26,4% del tasso di occupazione tra il 1995 e il 2007 è costituito per la maggior parte, 23,8, da posti "non standard" (lavoro autonomo, contratti a termine, part time) e solo in minima parte, il restante 2,6 da posti fissi full time.
Il calo dell'occupazione è stato concentrato in gran parte sui posti fissi, mentre il lavoro atipico è stato stabile o in lieve aumento. Tra il 2007 e il 2013, il calo del 2,7% del tasso di occupazione è generato da un calo dei posti full time, sia a tempo indeterminato (-4,3) che determinato (-0,8), e del lavoro autonomo (-1,5), controbilanciato da un aumento del part time (+4).
Per effetto di questa dinamica, la percentuale di posti di lavoro atipici sul totale è passata dal 23,6% del 1995 al 40,2% del 2013. L'incidenza del lavoro atipico è particolarmente alta per gli under 30, al 56,9% dell'occupazione totale, e scende progressivamente con l'età, al 39,7% nella fascia 30-49 anni e al 33,7% per la fascia 50-64.
La crisi ha accentuato le differenze, dato che la perdita di reddito disponibile tra il 2007 e il 2011 è stata ben più elevata (-4%) per il 10% più povero della popolazione rispetto al 10% più ricco (-1%).
La ricchezza in Italia è distribuita in modo molto disomogeneo, con una concentrazione particolarmente marcata verso l'alto. Il 20% più ricco (primo quintile) detiene infatti il 61,6% della ricchezza, e il 20% appena al di sotto (secondo quintile) il 20,9%. Il restante 60% si deve accontentare del 17,4% della ricchezza nazionale, con appena lo 0,4% per il 20% più povero.
Il 5% più ricco della popolazione detiene infatti il 32,1% della ricchezza nazionale netta, ovvero oltre la metà di quanto detenuto del primo quintile, e di questa quasi la metà è in mano all'1% più ricco.
"L'Ocse – commenta Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio - ci dice che in Italia il 20% degli italiani possiede il 61% della ricchezza e che il 60% degli italiani possiede solo il 17% della ricchezza e l'1% degli italiani possiede il 15% della ricchezza. Sono dati incredibili, che peggiorano, e ci dicono che l'Italia è un Paese che purtroppo ha un elemento di ingiustizia sociale molto forte, che si è aggravato con la crisi: chi era in difficoltà lo è di più e chi era più ricco ora lo è di più”.Comunque l'Italia è il Paese Ocse con la minor percentuale di famiglie indebitate, il 25,2%.
Infine, secondo i dati Eurostat, la Regione italiana più ricca è la provincia autonoma di Bolzano, e nella classifica delle Regioni europee più ricche si trova tra le prime trenta. Sempre in Italia la più povera e invece la Calabria, con un pil pro capite di 57%. L’area più ricca è quella del Nord Ovest, seguito da Nord Est, Centro, Sud e Isole.
Dopo Bolzano la più ricca è la Lombardia (134%), seguita da Valle d'Aosta (132%), provincia autonoma di Trento (127%), Emilia Romagna (120%), Lazio (118%), Liguria (112%), Veneto 111%), Friuli Venezia Giulia e Toscana (107%), Piemonte (106%), Marche (93%) e Umbria (90%).
Tra le più povere, dopo la Calabria, ci sono Sicilia e Puglia (61%), Campania (63%), Basilicata e Sardegna (69%), Molise (70%) e Abruzzo (85%).