Così
la crisi è diventata un'occasione per indebolire i poteri dei governi e
rimpinguare le tasche di chi gestisce gli interesse internazionali
In Italia
funziona così: non bisogna dire quello che forse sappiamo già. I
politici tacciono, i potenti si defilano, le bocche più esperte dicono e
non dicono. Per capire nel profondo la crisi economica che ci sta
soffocano occorre un occhio esterno, che sappia analizzare la situazione
italiana ed europea con senso critico e preciso.
Per la serie: "Vogliamo sentircelo dire e spiegare da qualcuno". Andrew Spannaus, esperto di macroeconomia
e geopolitica di origine americane vive ormai da 18 anni in italia e fa
parte di quella categoria di professionisti che vanno a fondo alle
questioni e si mettono in discussione, a qualsiasi livello. Scomodo?
Forse, ma costruttivo.
Per capire il problema che sta dietro alla crisi economica europea ci fa un esempio molto pratico prendendo come riferimento la Grecia: " La situazione era già terribile, ma per quanto disastrosa con la politica della troika che coinvolge Commissione Europea, Banca Centrale e Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico
é peggiorato". Un esempio semplice per capire che la pressione fiscale
raggiunta in Italia deriva da 20 anni di politica basata su
liberalizzazioni, privatizzazioni, politica di bilancio, finalizzata non
a migliorare l'economia ma a far parte di un modello internazionale
dove domina un grande capitale". Secondo Spannaus infatti, per salvarsi,
occorre ritornare (il prima possibile) a una situazione dove lo Stato
ha un ruolo definito e riconosciuto capace quindi di fare investimenti
produttivi. Bisogna cioè avere una politica creditizia, e per farlo
"Propongo la separazione bancaria dove le banche non fanno tutto a modi
"banca universale" perchè oggi chi ha bisogno di soldi non può prenderli
e chi non ha bisogno, prende. La mossa più sbagliata e (quasi) fatale é
stata quella di mettere tutto il sistema finanziario nel mercato
internazionale in modo che tutto sia tarato sul livello delle grandi
banche. Banche che hanno inevitabilmente speculato". Infatti, la
direzione migliore sarebbe quella di separare banche ordinarie e banche
speculative, ma nell'attesa l'Italia vedrà consolidare le difficoltà per
la classe media e una crescita limitata ad alcuni settori. Una realtà -
spiega Spannaus - molto affine a quella degli Stati uniti dove la
classe media si sta indebolendo, a dispetto dei dati che ci vengono
forniti.
Come
si colloca Matteo Renzi nel panorama della crisi? Come si dice "meglio
dare un colpo al cerchio e uno alla botte". Secondo Spannaus infatti il
Premier punta molto sull'appoggio dei settori che hanno interessi
internazionali così da poter fare da una parte il "rottamatore"
all'interno dell'Italia e "farsi bello", e dall'altra rimanere attaccato
alle stanze che muovono grandi interessi. Facendo un passo indietro poi
Spannaus conferma che il disastro creato da Mario Monti e dal suo
governo di tecnici " non é stato casuale, bensì voluto". Anche Monti e
Amato lo hanno confermato. In soldoni ci hanno detto che l'Italia si
sarebbe fatta finanziare il deficit dall'estero perchè da sola non era
in grado, e che quindi si riducevano i consumi dei cittadini. Quali sono
le vere intenzioni? " Ecco, l'intenzione é quella di sfruttare la crisi
economica per rafforzare le strutture sovranazionali. Con Mario Monti
si sono trasferite le sovranità dalle nazioni al'Unione Europea. Solo in
periodo di crisi, approfittando del momento, questo é stato possibile" -
afferma Spannaus. Il dramma é che la popolazione e il governo non hanno
più alcun potere e le decisioni vengono prese a livelli più alti.
Se
al posto di Renzi ci fosse Spannaus (recuperati i poteri) prenderebbe
subito in mano la questione del credito e delle banche, poichè "la
politica del dare più soldi al settore finanziario non ha funzionato e
non funziona!" - commenta. Questo infatti é un modo per far chiudere
bottega alle imprese o metterle nella condizione di abbassare la
seracinesca. Poichè in Italia le imprese sono finanziate dalle banche,
queste devono ritornare a fare le banche. "Anche l'esportazione - spiega
Spannaus - va molto di moda, ma i settori come la meccanica di
precisione possono contare su questo meccanismo, non tutti. Gli altri
settori non vanno bene per colpa della politica, non per incapacità".
E
se poi qualcuno pensa ancora che il modello tedesco sia il migliore
Spannaus risponde così: "Non dovete andare a scuola dalla Germania -
sorride" e neppure pensare che le cose andrebbero meglio adottando la
politica tedesca: pensiamo ai derivati della Deutsche Bank, alla
riduzione dei salari dei servizi sociali, alla cannibalizzazione della
produzione industriale, Occorre invece pensare di collaborare ridando
alla politica la possibilità di decidere.
rassegna stampa: Il Giornale 5.03.2015
Così
la crisi è diventata un'occasione per indebolire i poteri dei governi e
rimpinguare le tasche di chi gestisce gli interesse internazionali
In Italia
funziona così: non bisogna dire quello che forse sappiamo già. I
politici tacciono, i potenti si defilano, le bocche più esperte dicono e
non dicono. Per capire nel profondo la crisi economica che ci sta
soffocano occorre un occhio esterno, che sappia analizzare la situazione
italiana ed europea con senso critico e preciso.
Per la serie: "Vogliamo sentircelo dire e spiegare da qualcuno". Andrew Spannaus, esperto di macroeconomia
e geopolitica di origine americane vive ormai da 18 anni in italia e fa
parte di quella categoria di professionisti che vanno a fondo alle
questioni e si mettono in discussione, a qualsiasi livello. Scomodo?
Forse, ma costruttivo.
Per capire il problema che sta dietro alla crisi economica europea ci fa un esempio molto pratico prendendo come riferimento la Grecia: " La situazione era già terribile, ma per quanto disastrosa con la politica della troika che coinvolge Commissione Europea, Banca Centrale e Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico
é peggiorato". Un esempio semplice per capire che la pressione fiscale
raggiunta in Italia deriva da 20 anni di politica basata su
liberalizzazioni, privatizzazioni, politica di bilancio, finalizzata non
a migliorare l'economia ma a far parte di un modello internazionale
dove domina un grande capitale". Secondo Spannaus infatti, per salvarsi,
occorre ritornare (il prima possibile) a una situazione dove lo Stato
ha un ruolo definito e riconosciuto capace quindi di fare investimenti
produttivi. Bisogna cioè avere una politica creditizia, e per farlo
"Propongo la separazione bancaria dove le banche non fanno tutto a modi
"banca universale" perchè oggi chi ha bisogno di soldi non può prenderli
e chi non ha bisogno, prende. La mossa più sbagliata e (quasi) fatale é
stata quella di mettere tutto il sistema finanziario nel mercato
internazionale in modo che tutto sia tarato sul livello delle grandi
banche. Banche che hanno inevitabilmente speculato". Infatti, la
direzione migliore sarebbe quella di separare banche ordinarie e banche
speculative, ma nell'attesa l'Italia vedrà consolidare le difficoltà per
la classe media e una crescita limitata ad alcuni settori. Una realtà -
spiega Spannaus - molto affine a quella degli Stati uniti dove la
classe media si sta indebolendo, a dispetto dei dati che ci vengono
forniti.
Come
si colloca Matteo Renzi nel panorama della crisi? Come si dice "meglio
dare un colpo al cerchio e uno alla botte". Secondo Spannaus infatti il
Premier punta molto sull'appoggio dei settori che hanno interessi
internazionali così da poter fare da una parte il "rottamatore"
all'interno dell'Italia e "farsi bello", e dall'altra rimanere attaccato
alle stanze che muovono grandi interessi. Facendo un passo indietro poi
Spannaus conferma che il disastro creato da Mario Monti e dal suo
governo di tecnici " non é stato casuale, bensì voluto". Anche Monti e
Amato lo hanno confermato. In soldoni ci hanno detto che l'Italia si
sarebbe fatta finanziare il deficit dall'estero perchè da sola non era
in grado, e che quindi si riducevano i consumi dei cittadini. Quali sono
le vere intenzioni? " Ecco, l'intenzione é quella di sfruttare la crisi
economica per rafforzare le strutture sovranazionali. Con Mario Monti
si sono trasferite le sovranità dalle nazioni al'Unione Europea. Solo in
periodo di crisi, approfittando del momento, questo é stato possibile" -
afferma Spannaus. Il dramma é che la popolazione e il governo non hanno
più alcun potere e le decisioni vengono prese a livelli più alti.
Se
al posto di Renzi ci fosse Spannaus (recuperati i poteri) prenderebbe
subito in mano la questione del credito e delle banche, poichè "la
politica del dare più soldi al settore finanziario non ha funzionato e
non funziona!" - commenta. Questo infatti é un modo per far chiudere
bottega alle imprese o metterle nella condizione di abbassare la
seracinesca. Poichè in Italia le imprese sono finanziate dalle banche,
queste devono ritornare a fare le banche. "Anche l'esportazione - spiega
Spannaus - va molto di moda, ma i settori come la meccanica di
precisione possono contare su questo meccanismo, non tutti. Gli altri
settori non vanno bene per colpa della politica, non per incapacità".
E
se poi qualcuno pensa ancora che il modello tedesco sia il migliore
Spannaus risponde così: "Non dovete andare a scuola dalla Germania -
sorride" e neppure pensare che le cose andrebbero meglio adottando la
politica tedesca: pensiamo ai derivati della Deutsche Bank, alla
riduzione dei salari dei servizi sociali, alla cannibalizzazione della
produzione industriale, Occorre invece pensare di collaborare ridando
alla politica la possibilità di decidere.
rassegna stampa: Il Giornale 5.03.2015
rassegna stampa: Il Giornale 5.03.2015