Nuova sforbiciata al patrimonio delle banche italiane (e non
solo): stando alle ultime interpretazioni diffuse ieri dall’Eba, gli
istituti non potranno computare ai fini del total capital ratio -
l’indicatore di patrimonio più sensibile ai fini di vigilanza insieme al
common equity Tier 1 - i bond subordinati Tier 2 per i quali è prevista
la possibilità di rimborso anticipato entro i primi cinque anni
dall’emissione, anche nel caso in cui la scadenza sia più ampia. Si
tratta di una sottocategoria dei titoli subordinati Tier2, di cui sono
pieni i patrimoni delle banche e che - stando alle prime stime degli
addetti ai lavori - solo per i primi 20 istituti italiani varrebbe
circa 8,5 miliardi.
La brutta sorpresa si è materializzata negli ultimi giorni.
Cioè quando l’Eba, la European banking authority, ha fatto intendere che
su questa particolare tipologia di obbligazioni applicherà
un’interpretazione restrittiva già a partire dai conti 2014: l e
comunicazioni da parte dell’Eba avvengono attraverso le banche centrali
nazionali, ma secondo quanto appreso da Il Sole 24 Ore, ieri sera
sarebbe arrivato il chiarimento definitivo, peraltro a poche ore
dall’approvazione dei primi dati di bilancio da parte delle banche,
attesi a partire da oggi; ovviamente l’interpretazione definitiva non
avrà impatti sull’ultima riga dei bilanci, ma andrà a ridurre il Total
capital ratio delle banche nella sua versione aggiornata al 31 dicembre
scorso:
Come detto, si stima che l’impatto per i primi 20 gruppi
bancari in Italia possa essere di circa 8,5 miliardi di euro, a cui si
aggiungerebbero altri 5,3 miliardi di titoli subordinati sempre Tier 2,
che diventerebbero computabili soltanto in parte.
Marco Ferrando pagina 29
rassegna stampa: Il Sole 24 Ore 10 febbraio 2015