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giovedì 12 febbraio 2015

In Italia un dipendente costa 31mila euro e ne guadagna 16mila

La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore è in media al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Oltre la metà dei redditi lordi tra 10 e 30mila euro

In Italia un dipendente costa 31mila euro e ne guadagna 16milaMILANO - Il costo del lavoro è sempre stata una delle problematiche che i governi italiani di ogni colore hanno detto di voler affrontare, e in questo senso qualcosa si sta muovendo. Anche perché, dicono i dati che necessariamente non tengono conto degli ultimi aggiornamenti legislativi, in Italia il costo medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è di 30.953 euro all'anno. Il lavoratore, sotto forma di retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), ovvero 16.498 euro. Lo rileva l'Istat, diffondendo le rilevazioni relative al 2012.

La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Il reddito medio da lavoro autonomo, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari a 23.432 euro annui, il reddito netto rappresenta il 69,3% del totale, (16.237 euro). Se si include anche la stima dell'Irap, le imposte sul reddito da lavoro autonomo rappresentano il 14,3% del reddito lordo, i contributi sociali il 16,4%.

L'Istat spiega che oltre la metà dei redditi lordi individuali (54%) si colloca tra 10.001 e 30.000 euro annui, il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il 17,6% risulta tra 30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro. In questo contesto, l'incidenza delle imposte dirette sul totale dei redditi individuali lordi (al netto dei contributi sociali) è pari al 19,4%, si attesta al 21,3% per il reddito da lavoro dipendente, al 17,5% per le pensioni e al 17,1% (Irap inclusa) per il reddito da lavoro autonomo.

Nel 2012, l'aliquota media del prelievo fiscale a livello familiare è risultata pari al 19,4%. Grazie alle detrazioni per familiari a carico, a parità di reddito le famiglie con minori usufruiscono di un più favorevole trattamento fiscale, anche al crescere del numero di percettori. Sfavorevole invece la situazione per i single sotto 64 anni: sono la tipologia familiare su cui grava il maggiore peso fiscale, con un'aliquota media del 21,6%.

Dal punto di vista geografico, il carico fiscale è inferiore tra le famiglie del Mezzogiorno (16,3%) - essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a carico più elevato - rispetto a quelle del Nord-est (19,9%) del Centro (20,1%) e del Nord-ovest (21%). Per le famiglie con un solo percettore, il più basso livello di reddito determina un'aliquota media fiscale inferiore di oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle famiglie con due o più percettori (19,6%).

Fra il 2011 e il 2012, spiega infine l'Istat, l'aliquota media fiscale passa dal 17,9% al 18,3% per le famiglie con unico percettore di reddito se si tratta di un reddito (prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore rispetto a quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie monopercettore (lavoro dipendente dal 19,5% al 20,5% e redditi non da lavoro dal 16,8% al 17,4%).


rassegna stampa: Repubblica 9 .febbrario 2015 
http://www.repubblica.it/economia/2015/02/09/news/in_italia_un_dipendente_costa_31mila_euro_e_ne_guadagna_16mila-106873877/