La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore è in media al 46,7%: i contributi sociali dei datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei lavoratori in termini di imposte e contributi. Oltre la metà dei redditi lordi tra 10 e 30mila euro
MILANO - Il costo del
lavoro è sempre stata una delle problematiche che i governi italiani di
ogni colore hanno detto di voler affrontare, e in questo senso qualcosa
si sta muovendo. Anche perché, dicono i dati che necessariamente non
tengono conto degli ultimi aggiornamenti legislativi, in Italia il costo
medio del lavoro dipendente, al lordo delle imposte e dei contributi
sociali, è di 30.953 euro all'anno. Il lavoratore, sotto forma di
retribuzione netta, ne percepisce poco più della metà (il 53,3%), ovvero
16.498 euro. Lo rileva l'Istat, diffondendo le rilevazioni relative al
2012.
La differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e
la retribuzione netta del lavoratore, il cosiddetto cuneo fiscale e
contributivo, è pari, in media, al 46,7%: i contributi sociali dei
datori di lavoro ammontano al 25,6% e il restante 21,1% è a carico dei
lavoratori in termini di imposte e contributi. Il reddito medio da
lavoro autonomo, al lordo delle imposte e dei contributi sociali, è pari
a 23.432 euro annui, il reddito netto rappresenta il 69,3% del totale,
(16.237 euro). Se si include anche la stima dell'Irap, le imposte sul
reddito da lavoro autonomo rappresentano il 14,3% del reddito lordo, i
contributi sociali il 16,4%.
L'Istat spiega che oltre la metà dei
redditi lordi individuali (54%) si colloca tra 10.001 e 30.000 euro
annui, il 25,8% è al di sotto dei 10.001 euro e il 17,6% risulta tra
30.001 e 70.000. Solo il 2,4% supera i 70.000 euro. In questo contesto,
l'incidenza delle imposte dirette sul totale dei redditi individuali
lordi (al netto dei contributi sociali) è pari al 19,4%, si attesta al
21,3% per il reddito da lavoro dipendente, al 17,5% per le pensioni e al
17,1% (Irap inclusa) per il reddito da lavoro autonomo.
Nel
2012, l'aliquota media del prelievo fiscale a livello familiare è
risultata pari al 19,4%. Grazie alle detrazioni per familiari a carico, a
parità di reddito le famiglie con minori usufruiscono di un più
favorevole trattamento fiscale, anche al crescere del numero di
percettori. Sfavorevole invece la situazione per i single sotto 64 anni:
sono la tipologia familiare su cui grava il maggiore peso fiscale, con
un'aliquota media del 21,6%.
Dal punto di vista geografico, il
carico fiscale è inferiore tra le famiglie del Mezzogiorno (16,3%) -
essendo il reddito mediamente più basso e il numero di familiari a
carico più elevato - rispetto a quelle del Nord-est (19,9%) del Centro
(20,1%) e del Nord-ovest (21%). Per le famiglie con un solo percettore,
il più basso livello di reddito determina un'aliquota media fiscale
inferiore di oltre mezzo punto percentuale (18,9%) a quella delle
famiglie con due o più percettori (19,6%).
Fra il 2011 e il 2012, spiega infine l'Istat, l'aliquota media fiscale passa dal 17,9% al 18,3% per
le famiglie con unico percettore di reddito se si tratta di un reddito
(prevalente) da lavoro autonomo, con una crescita inferiore rispetto a
quanto registrato per le restanti due tipologie di famiglie
monopercettore (lavoro dipendente dal 19,5% al 20,5% e redditi non da
lavoro dal 16,8% al 17,4%).
rassegna stampa: Repubblica 9 .febbrario 2015
http://www.repubblica.it/economia/2015/02/09/news/in_italia_un_dipendente_costa_31mila_euro_e_ne_guadagna_16mila-106873877/
@GORA' :
@GORA' :
UN LABORATORIO DI PENSIERO E RIFLESSIONE FATTO DAI LAVORATORI:
il diario della crisi
Post più popolari
-
Siena, Ambrogio Lorenzetti: il buon governo La democrazia economica è un piccolo passo per un singolo lavoratore ma un grande balzo per ...
-
La banca senese ha ceduto un pacchetto di 18mila posizioni non garantite, che già da prima del 2009 sono ...
-
L'intervento dopo accertamenti della procura di Milano. L'istituto Banca prende atto e stima impatto negativo su 2015 per 130 milio...