Lavoro: a rischio 140mila posti nel 2014. In sei anni di crisi già persi 900mila occupati
Il manifatturiero e le costruzioni hanno pagato il prezzo più alto: quasi il 90% dei nuovi disoccupati viene da quei settori. Intanto si moltiplicano i tavoli aziendali dall'Alitalia all'Ideal Standard, passando per le Acciaierie di Terni
MILANO - Sono 136.616 mila
"i lavoratori a rischio di perdita di lavoro nel corso del 2014", nei
settori della manifattura e delle costruzioni. E' la stima fatta dalla
Cisl nel suo Rapporto Industria, dal quale emerge che sono più di 10mila
i lavoratori che ogni mese rischiano di vedere saltare la propria
occupazione. E quel che più preoccupa è che il dato peggiora rispetto
alle stime 2013, con 13.486 posizioni in più in pericolo (+11%). I sei
anni di crisi, tra il 2008 e il 2013, sono costati al Paese circa 900
mila posti di lavoro di cui 490mila, il 58,9%, nel Sud, solo lo scorso
anno.
La Banca d'Italia ha appena certificato nel suo Bollettino trimestrale quanto sia complicata l'uscita dalla recessione: il Pil del 2014 dovrebbe crescere solamente dello 0,2%.
Cassa integrazione per 540mila, persi 3.900 euro in busta paga
Tornando al rapporto, è in costante crescita il numero di interventi per le persone che hanno perso il lavoro. Tra il 2010 e il 2013 gli interventi di sostegno sono aumentati del 66,5% fino ad arrivare a 2.186.358. L'incremento maggiore riguarda i lavoratori in mobilità (+81,8%), che ammontavano a 217.597 nel 2013.
Tornando al rapporto, è in costante crescita il numero di interventi per le persone che hanno perso il lavoro. Tra il 2010 e il 2013 gli interventi di sostegno sono aumentati del 66,5% fino ad arrivare a 2.186.358. L'incremento maggiore riguarda i lavoratori in mobilità (+81,8%), che ammontavano a 217.597 nel 2013.
Ancora i numeri della Cisl sono impietosi: tra il 2008 e il 2013,
l'industria manifatturiera e le costruzioni hanno subito
complessivamente circa l'89% della diminuzione totale degli occupati,
rispettivamente con 482mila e 396mila occupati in meno. In
un'occupazione in riduzione da anni, è cresciuto solo il lavoro a tempo
parziale (+10% nel 2012, +2,8% nel 2013), sia permanente sia a termine,
fortemente utilizzato, fin dall'inizio della crisi, per evitare
licenziamenti. Come contraccolpo della riorganizzazione delle imprese -
fa notare la Cisl - negli ultimi due anni il ricorso agli ammortizzatori
sociali ha toccato livelli storici. La Cassa Integrazione anche nel
2013 ha superato il miliardo di ore autorizzate, coinvolgendo almeno
300.000 persone in base al "tiraggio" effettivo.
I dati sulle ore complessive autorizzate di Cassa integrazione nel primo
quadrimestre 2014, distribuiti per regioni, mostrano una concentrazione
netta in Lombardia (26,2%) e Piemonte (12,4%).