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domenica 3 luglio 2016

Stress test della Fed, in difficoltà Santander e Deutsche Bank

Bloccati i piani di remunerazione degli azionisti da parte delle due filiali americane delle banche europee. Bene gli altri colossi di Wall Street, il sistema si dimostra più solido di quanto accadde con la crisi del 2008. Anche il Fmi duro su DB: "Maggior fonte di rischi sistemici"

Stress test della Fed, in difficoltà Santander e Deutsche Bank      MILANO - Ci sono due tra le maggiori banche europee dietro la lavagna dei cattivi, secondo la Federal Reserve. Ancora una volta le divisioni americane di Deutsche Bank e Santander non hanno superato gli stress test della Banca centrale americana, vedendosi bocciati i loro piani sui capitali, quelli relativi alla distribuzione di dividendi e al riacquisto di titoli propri. Le grandi banche di Wall Street invece hanno ottenuto il semaforo verde, in seguito al quale sono subito corse a premiare gli azionisti (nel caso di Citigroup, promossa per il secondo anno di fila, la cedola è stata triplicata a 16 da 5 centesimi di dollaro). Soltanto Morgan Stanley ha ricevuto un ok condizionale: pur ottenendo l'approvazione sulla distribuzione degli utili ai soci, il gruppo è stato ripreso per la sua "debolezza" nei suoi processi interni. Per questo dovrà ripresentare il suo piano sui capitali entro il 29 dicembre prossimo rispondendo a quelle mancanze. Se sarà comunque insoddisfatta, allora la Fed potrà congelare i programmi della banca.

Per altro, su Deutsche Bank arriva anche una doccia fredda da parte del Fmi che, alla luce di un'esposizione ai derivati pari a circa quindici volte il Pil tedesco, la considera la maggiore fonte potenziale al mondo di shock esterni per il sistema finanziario nel suo Financial Sector Assessment Program. Nel dettaglio, per il Fondo è "il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza sistemica globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse". Secondo l'istituto di Washington, inoltre, il sistema bancario tedesco pone il maggior grado di rischi di contagio esterni in proporzione ai rischi interni (seguono Francia, Regno Unito e Usa). "La Germania", si legge nel documento, "ha bisogno di studiare se i suoi piani di risoluzione delle banche sono applicabili, dal punto di vista, ad esempio, della tempestiva valutazione delle attività da trasferire, dell'accesso continuo alle infrastrutture dei mercati finanziari e dalla possibilità delle autorità di assicurare controlli su una banca con tempi di risoluzione di pochi giorni, con l'imposizione, se necessario, di una moratoria". A rendere vulnerabile l'istituto teutonico è la colossale esposizione a derivati, stimata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali come superiore a 50 mila miliardi di dollari, una cifra pari a duemila volte la capitalizzazione di mercato dell'istituto.


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Stress test della Fed, in difficoltà Santander e Deutsche Bank
L'apporto delle banche ai rischi sistemici globali, secondo il Fmi
Tornando agli stress test della Fed, sono stati creati dopo la crisi finanziaria del 2008 e - quelli diffusi ieri e riguardanti 33 gruppi - rappresentano il secondo round di stress test dopo quelli della settimana scorsa. Quelli riguardavano i livelli patrimoniali degli istituti di credito, ben sopra il minimo considerato accettabile dai regolatori anche nel caso di una recessione ipotetica. Quelli i cui risultati sono stati diffusi ieri erano concentrati sulla gestione del rischio e appunto sulle intenzioni delle banche analizzate in materia di dividendi e buyback.

Le new entry di quest'anno erano BancWest corp, controllata della francese Bnp Paribas, e TD Group U.S. Holdings, controllata dalla canadese Dominion Bank. Tornando alle divisioni americane di DB e Santander, per la controllante tedesca si tratta del secondo anno di fila di bocciatura mentre per quella spagnola del terzo. Santander è l'unica azienda ad avere fallito gli stress test Usa per una striscia temporale così lunga. La Fed ha citato miglioramenti ma ancora "progressi insufficienti" rispetto al marzo 2015. Di conseguenza le due sussidiarie statunitensi non possono distribuire capitali alle controllanti. In generale, il verdetto degli stress test - ufficialmente chiamati comprehensive capital analysis and review - è positivo per il settore bancario Usa: è ben più solido di otto anni fa. E gli investitori hanno motivo di festeggiare, specialmente dopo il colpo subito nel post Brexit.

rassegna stampa- la repubblica - 30 giugno 2016