12/07/2016 - Se già lunedì il Fondo Monetario Internazionale aveva denunciato il pericolo di una moneta unica senza futuro ed gli analisti di Societè Generale avevano annunciato la possiblità di uscita dall’Euro di Italia e Francia, ora l’americano premio Nobel per l’economia Josiph Stiglitz
– da anni considerato il guru economico della sinistra Usa – torna a
parlare della moneta unica negli stessi termini in cui lo aveva fatto
Munchau sulle pagine del Financial Times, ossia considerandola un progetto tecnicamente fallito.
“L’Euro è un’istituzione fallita che per salvarsi dovrebbe
abbandonare l’ euro”, come Stiglitz ha ribadito nel recente convegno
romano in cui si è rivisto l’ ex governatore della Banca d’ Italia
Antonio Fazio. Non è certo una novità l’atteggiamento dell’economista,
tutt’altro che nuovo a sortite contro corrente (vedi la battaglia contro i trattati commerciali tra Europa ed America, caldeggiati dalle multinazionali Usa).
Già nel 2012 Stiglitz aveva messo in guardia gli europei contro la
“trappola”. I governi Ue, denunciava in un intervento al Forum asiatico
di Hong Kong, rischiano di “trascinare i loro Paesi nel caos”, sotto la pressione degli interessi della grande finanza.
In questo modo, aggiungeva, “l’ Europa sta facendo un grosso favore
agli Stati Uniti” facendosi carico di “una crisi insostenibile perché
affrontata con la politica dell’ austerità, l’ esatto opposto di quanto
necessario”.
L’unica soluzione, è la tesi di Stiglitz, consiste nel ripensare
l’architettura finanziaria internazionale. Per prima cosa, però, è
importante mandare in soffitta l’euro, prima che un Paese, stremato, non faccia saltare il sistema.
“Fino a quando – si chiede – l’Europa del Sud accetterà un tasso di
disoccupazione giovanile del 40%?”. Meglio essere i primi a lasciar la
barca che non rischiare di andare a fondo per difendere le speculazioni
della grande finanza. Di qui il consiglio avanzato dall’economista nel
recente saggio (“L’euro e la minaccia per il futuro dell’ Europa”): per
evitare una crisi che sarà tanto politica quanto economica è necessario
un passo indietro.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’economista europeista francese François Heisbourg,
oggi fortemente ostile alla moneta comune. “Euro e solidarietà europea
sono come due fratelli siamesi – sostiene- Uno solo dei due potrà
sopravvivere. E speriamo che non sia l’ euro, che sta soffocando il
Vecchio Continente”.
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