14/07/2016
ECCO COME SI CALCOLA LA POVERTÀ
La soglia per definire la «povertà assoluta», secondo l’Istituto di statistica, non è fissa e immutabile, ma varia a seconda della collocazione geografica, di dove si vive, del numero dei componenti della famiglia. Qui è possibile vedere caso per caso come gli statistici Istat calcolano questo valore, che ad esempio per una famiglia di cinque persone che vivono in una grande città del Nord come Torino è pari per il 2015 a circa 1900 euro mensili.
Tornando ai dati, l’aumento dell’incidenza della povertà assoluta nel corso dell’anno passato è concentrato soprattutto nelle famiglie più numerose. L’aumento della condizione di povertà assoluta è più forte tra le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), che in media sono più numerose. L’incidenza della povertà assoluta aumenta al Nord sia in termini di famiglie (da 4,2 del 2014 a 5,0%) sia di persone (da 5,7 a 6,7%) soprattutto per l’ampliarsi del fenomeno tra le famiglie di soli stranieri (da 24,0 a 32,1%).
Segnali di peggioramento si registrano anche tra le famiglie che risiedono nei comuni centro di area metropolitana (l’incidenza aumenta da 5,3 del 2014 a 7,2%) e tra quelle con persona di riferimento tra i 45 e i 54 anni di età (da 6,0 a 7,5%). L’incidenza di povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento (il valore minimo, 4,0%, tra le famiglie con persona di riferimento ultrasessantaquattrenne) e del suo titolo di studio (se è almeno diplomata l’incidenza è poco più di un terzo di quella rilevata per chi ha al massimo la licenza elementare).
Si amplia l’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata (da 5,2 del 2014 a 6,1%), in particolare se operaio (da 9,7 a 11,7%). Rimane contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,9%) e ritirata dal lavoro (3,8%).
AUMENTA ANCHE LA POVERTÀ RELATIVA
Anche la povertà relativa - calcolata sulla base di una soglia convenzionale di spesa
per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi, ovvero 1.050,95 euro per una famiglia composta da sole due persone - è in aumento. Si passa da 2,654 milioni di famiglie a 2,678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti, e da 7,815 a 8,307 milioni di persone, ovvero il 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014).
Analogamente a quanto accaduto per la povertà assoluta, nel 2015 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (da 14,9 del 2014 a 16,6%,) o 5 e più (da 28,0 a 31,1%). L’incidenza di povertà relativa aumenta tra le famiglie con persona di riferimento operaio (18,1% da 15,5% del 2014) o di età compresa fra i 45 e i 54 anni (11,9% da 10,2% del 2014). Peggiorano anche le condizioni delle famiglie con membri aggregati (23,4% del 2015 da 19,2% del 2014) e di quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (29,0% da 23,9% del 2014), soprattutto nel Mezzogiorno (38,2% da 29,5% del 2014) dove risultano relativamente povere quasi quattro famiglie su dieci.
rassegna stampa - la stampa - 14.07.2016