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martedì 16 dicembre 2014

Scende la ricchezza delle famiglie italiane: in un anno persi 123 miliardi

Secondo Bankitalia, la ricchezza netta è di 8.728 miliardi (356mila euro per famiglia), pari a quattro volte il debito italiano. Il patrimonio degli italiani è paragonabile a quello dei francesi, ma superiore a quello dei tedeschi. Pesa il calo del valore delle abitazioni (-5,1%) che non è stato sufficientemente compensato dall'aumento delle attività finanziarie. Nei portafogli, 180 miliardi di titoli di Stato

MILANO - La crisi economica sta mettendo a dura prova la solidità finanziaria delle famiglie italiane, che pure continuano a essere tra le più ricche al mondo e tra le meno indebitate. Ma il calo del valore delle abitazioni e il risparmio ai minimi termini - seppure in ripresa - stanno pericolosamente erodendo quel cuscinetto di sicurezza che si è creato in passato.

Secondo l'indagine di Bankitalia, alla fine del 2013 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 8.728 miliardi di euro, corrispondenti in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro per famiglia. Si tratta di una cifra pari a circa quattro volte il debito pubblico italiano, quotato e non, circa cinque volte e mezzo il Prodotto interno lordo tricolore.



Alla fine dello scorso anno, però, il valore della ricchezza netta complessiva è diminuito rispetto all'anno precedente dell'1,4 per cento a prezzi correnti: dal cumulo di 'beni' delle famiglie si sono  volatilizzati 123 miliardi. "La flessione del valore delle attività reali (-3,5 per cento), dovuta al calo dei prezzi medi delle abitazioni (-5,1 per cento)", spiega via Nazionale, "è stata solo in parte compensata da un aumento delle attività finanziarie (2,1 per cento) e da una riduzione delle passività (-1,1 per cento). In termini reali la ricchezza netta si è ridotta dell'1,7 per cento rispetto al 2012. Dalla fine del 2007 la flessione a prezzi costanti è stata complessivamente pari all'8 per cento".

Purtroppo il trend non si è arrestato nel corso di quest'anno: nota infatti Bankitalia che secondo le "stime preliminari, nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita dell'1,2 per cento in termini nominali rispetto allo scorso dicembre".

Quanto alla composizione del portafoglio degli italiani, le attività reali rappresentavano il 60 per cento del totale, quelle finanziarie il restante 40 per cento. Le passività, cioè i debiti, sono inferiori a 900 miliardi di euro, e rappresentano poco più del 9% delle attività totali.

Un punto di luce nel rapporto di Palazzo Koch è dato dal fatto che nel 2013 il risparmio, dopo otto anni di diminuzioni, "è tornato a crescere, risultando pari a 46 miliardi di euro contro i 34 dell’anno precedente". Gli italiani sono però rimasti delusi dai "capital gains", cioè le variazioni o i rendimenti dei prezzi delle attività reali e finanziarie: nel 2013 sono stati negativi per 195 miliardi di euro, "per effetto del calo dei prezzi delle abitazioni e delle altre attività reali non completamente compensati dai capital gains finanziari".

Alla fine del 2013, la ricchezza abitativa detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.900 miliardi di euro; tale valore registrava una flessione del 4,1 per cento rispetto all'anno precedente (-4,4 per cento in termini reali).

Tra le attività, quelle finanziarie si fermavano invece a 3.848 miliardi, in crescita del 2,1 per cento sul 2012. Azioni e obbligazioni private, fondi e partecipazioni in società o titoli esteri ammontavano al 43 per cento del totale, mentre la quota di titoli di Stato era pari al 4,7%, cioè ammontava a circa 180 miliardi. Sul versante delle passività, degli 886 miliardi totali la parte del leone era costituita da mutui per la casa (380 miliardi).

Guardando fuori dai confini del Belpaese, Banca d'Italia può annotare che "nonostante il calo degli ultimi anni, le famiglie italiane mostrano nel confronto internazionale un'elevata ricchezza netta, pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile; tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Giappone e Regno Unito e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il rapporto fra attività reali e reddito disponibile lordo, pari a 5,4, è inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi; relativamente basso risulta il livello di indebitamento (81 per cento del reddito disponibile), nonostante i significativi incrementi dell'ultimo decennio".




 
rassegna stampa: Repubblica 16.12.2014