Secondo Bankitalia, la ricchezza netta è di 8.728 miliardi (356mila euro per famiglia), pari a quattro volte il debito italiano. Il patrimonio degli italiani è paragonabile a quello dei francesi, ma superiore a quello dei tedeschi. Pesa il calo del valore delle abitazioni (-5,1%) che non è stato sufficientemente compensato dall'aumento delle attività finanziarie. Nei portafogli, 180 miliardi di titoli di Stato
MILANO - La crisi
economica sta mettendo a dura prova la solidità finanziaria delle
famiglie italiane, che pure continuano a essere tra le più ricche al
mondo e tra le meno indebitate. Ma il calo del valore delle abitazioni e
il risparmio ai minimi termini - seppure in ripresa - stanno
pericolosamente erodendo quel cuscinetto di sicurezza che si è creato in
passato.
Secondo l'indagine di Bankitalia, alla fine del 2013
la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 8.728 miliardi di
euro, corrispondenti in media a 144.000 euro pro capite e a 356.000 euro
per famiglia. Si tratta di una cifra pari a circa quattro volte il
debito pubblico italiano, quotato e non, circa cinque volte e mezzo il
Prodotto interno lordo tricolore.
Alla fine dello scorso anno, però, il valore della ricchezza netta
complessiva è diminuito rispetto all'anno precedente dell'1,4 per cento
a prezzi correnti: dal cumulo di 'beni' delle famiglie si sono
volatilizzati 123 miliardi. "La flessione del valore delle attività
reali (-3,5 per cento), dovuta al calo dei prezzi medi delle abitazioni
(-5,1 per cento)", spiega via Nazionale, "è stata solo in parte
compensata da un aumento delle attività finanziarie (2,1 per cento) e da
una riduzione delle passività (-1,1 per cento). In termini reali la
ricchezza netta si è ridotta dell'1,7 per cento rispetto al 2012. Dalla
fine del 2007 la flessione a prezzi costanti è stata complessivamente
pari all'8 per cento".
Purtroppo il trend non si è arrestato
nel corso di quest'anno: nota infatti Bankitalia che secondo le "stime
preliminari, nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle
famiglie italiane sarebbe ulteriormente diminuita dell'1,2 per cento in
termini nominali rispetto allo scorso dicembre".
Quanto alla
composizione del portafoglio degli italiani, le attività reali
rappresentavano il 60 per cento del totale, quelle finanziarie il
restante 40 per cento. Le passività, cioè i debiti, sono inferiori a 900
miliardi di euro, e rappresentano poco più del 9% delle attività
totali.
Un punto di luce nel rapporto di Palazzo Koch è dato
dal fatto che nel 2013 il risparmio, dopo otto anni di diminuzioni, "è
tornato a crescere, risultando pari a 46 miliardi di euro contro i 34
dell’anno precedente". Gli italiani sono però rimasti delusi dai
"capital gains", cioè le variazioni o i rendimenti dei prezzi delle
attività reali e finanziarie: nel 2013 sono stati negativi per 195
miliardi di euro, "per effetto del calo dei prezzi delle abitazioni e
delle altre attività reali non completamente compensati dai capital
gains finanziari".
Alla fine del 2013, la ricchezza abitativa
detenuta dalle famiglie italiane superava i 4.900 miliardi di euro; tale
valore registrava una flessione del 4,1 per cento rispetto all'anno
precedente (-4,4 per cento in termini reali).
Tra le attività,
quelle finanziarie si fermavano invece a 3.848 miliardi, in crescita del
2,1 per cento sul 2012. Azioni e obbligazioni private, fondi e
partecipazioni in società o titoli esteri ammontavano al 43 per cento
del totale, mentre la quota di titoli di Stato era pari al 4,7%, cioè
ammontava a circa 180 miliardi. Sul versante delle passività, degli 886
miliardi totali la parte del leone era costituita da mutui per la casa
(380 miliardi).
Guardando fuori dai confini del Belpaese,
Banca d'Italia può annotare che "nonostante il calo degli ultimi anni,
le famiglie italiane mostrano nel confronto internazionale un'elevata
ricchezza netta, pari nel 2012 a 8 volte il reddito lordo disponibile;
tale rapporto è comparabile con quelli di Francia, Giappone e Regno
Unito e superiore a quelli di Stati Uniti, Germania e Canada. Il
rapporto fra attività reali e reddito disponibile lordo, pari a 5,4, è
inferiore soltanto a quello delle famiglie francesi; relativamente basso
risulta
il livello di indebitamento (81 per cento del reddito disponibile),
nonostante i significativi incrementi dell'ultimo decennio".
rassegna stampa: Repubblica 16.12.2014
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