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lunedì 11 agosto 2014

Il Paese non riparte.

Nel secondo trimestre di quest’anno, informa l’istituto di statistica, il Pil ha segnato infatti un -0,2% sul trimestre precedente e un -0,3% su base annua. Dati non soltanto negativi ma anche peggiori delle previsioni degli osservatori che indicavano una "forchetta" tra il +02 e il -0,1. Un ribasso dovuto soprattutto all’indebolimento della domanda estera, cioè dell’export, mentre il mercato interno non riparte. In dati assoluti il prodotto interno italiano è tornato ai livelli di 14 anni fa, circa 340 miliardi nel trimestre. Rispetto al 2008 abbiamo perso il 10% della ricchezza nazionale....

Il nuovo segno meno fa seguito a quello registrato nel primo trimestre e riporta tecnicamente il Paese in recessione, la terza negli ultimi cinque anni. Complessivamente nella prima metà dell’anno il Pil è sceso di tre decimi di punto....Un dato choc che rende ormai irrealistico l’obiettivo fissato in primavera dal governo di una crescita dello 0,8% nell’intero anno. Ora il rischio concreto è di chiudere anche il 2014 con il segno meno.
La notizia ieri mattina ha fatto salire lo stato di allerta in Piazza Affari, che ha chiuso con un pesante -2,7% (unica Borsa europea in netto calo), bruciando 12,8 miliardi di euro di capitalizzazione. In mattinata il tonfo calo aveva superato anche il 3% con diversi titoli sospesi per eccesso di ribasso. All’opposto torna a correre lo spread tra i titoli tricolori e quelli tedeschi che si è riportato a quota 170 punti dai 155 dei giorni scorsi....
Per il resto dell’anno lo scenario è molto incerto. Un dato in controtendenza arriva sempre dall’Istat e riguarda la produzione industriale, che a giugno ha fatto segnare un + 0,9 rispetto a maggio e un +0,4% su base annua. Ma i primi indicatori su luglio non sono positivi. Terna informa che i consumi elettrici sono calati del 3,8% rispetto allo stesso mese del 2013, un dato che si spiega solo in parte con l’estate più fredda, mentre è scesa anche la fiducia di consumatori e imprese. Secondo il centro studi di Intesa Sanpaolo, anche mantenendo le previsioni di una lieve ripresa nei prossimi sei mesi, la media annua del Pil rischia di restare sottozero.