Il fondo sovrano alimentato
con i proventi del petrolio è uno dei maggiori investitori al mondo.
Fino ad ora, la sua presenza in molte aziende è stata "discreta". Ora il
cambio di bassa: basta remunerazioni inappropriate
MILANO - Nelle loro torri
dorate, i grandi manager dell'economia e della finanza globale
probabilmente stanno iniziando a percepire un po' di pressione sulle
loro buste paga: il Fondo sovrano norvegese, uno dei maggiori al mondo
con i suoi 870 miliardi di dollari di potenza di fuoco (grazie ai
proventi dal petrolio), vuole mettere pressione alle società nelle quali
è presente perché ci sia maggior attenzione nella distribuzione di
bonus e stipendi agli alti dirigenti.
Fino ad ora, il Fondo scandinavo ha assunto una posizione "passiva" nelle società delle quali è diventato azionista; soprattutto in tema di remunerazioni, visto che la situazione scandinava è diversa da quella di Usa o Uk e gli stipendi apicali sono meno pesanti, mentre le differenze con i livelli più bassi molto più sottili. Negli ultimi tempi è diventato più attivo per quanto riguarda le tematiche di governance, cioè la scelta dei componenti del cda. Il cambio di passo che allarga l'attenzione anche ai salari, nota il Financial Times, dovrebbe richiamare l'attenzione di molte le società, visto che la massa di denari a disposizione del fondo potrebbe virtualmente essere azionista all'1,3% di tutte le società quotate del mondo. Quindi il potenziale di pressione, da parte del Fondo, c'è tutto.
Fino ad ora, il Fondo scandinavo ha assunto una posizione "passiva" nelle società delle quali è diventato azionista; soprattutto in tema di remunerazioni, visto che la situazione scandinava è diversa da quella di Usa o Uk e gli stipendi apicali sono meno pesanti, mentre le differenze con i livelli più bassi molto più sottili. Negli ultimi tempi è diventato più attivo per quanto riguarda le tematiche di governance, cioè la scelta dei componenti del cda. Il cambio di passo che allarga l'attenzione anche ai salari, nota il Financial Times, dovrebbe richiamare l'attenzione di molte le società, visto che la massa di denari a disposizione del fondo potrebbe virtualmente essere azionista all'1,3% di tutte le società quotate del mondo. Quindi il potenziale di pressione, da parte del Fondo, c'è tutto.